Ufficiali di Polizia Giudiziaria:
a proposito di alcuni articoli di stampa…
COMUNICATO STAMPA FP CGIL LOMBARDIA
L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) è stata istituita con la Legge Regionale (L.R.) n. 16/1999 e il suo Direttore Generale aveva la responsabilità di identificare direttamente gli operatori preposti alla vigilanza e al controllo ambientale per assegnare loro la funzione di Ufficiali di Polizia Giudiziaria (UPG).
Aveva. Perché con una modifica legislativa, ossia con la L.R. n. 14 del 6 agosto 2010, la Regione Lombardia ha sollevato il Direttore da tale responsabilità: e così, lo scorso dicembre, vi è stata la revoca dei decreti di nomina della qualifica di UPG riconosciuta solo otto mesi fa a circa 160 lavoratori.
La motivazione ufficiale della Regione è legata all’illegittimità sancita dalla Corte Costituzionale in ordine alla competenza delle Regioni in materia di nomine che afferiscono ad ambiti e prerogative di norme nazionali!!! (Si rammenta che in altre Regioni del paese il problema non si pone).
Alberto Villa, Segretario FP CGIL Lombardia, sottolinea che «ora saranno possibili un ‘rallentamento’ e un ‘depotenziamento’ sul territorio lombardo di alcune funzioni di vigilanza e controllo in ambito di reati ambientali. La Fp Cgil Lombardia non solo ha più volte espresso nelle sedi di confronto con la Direzione di ARPA la totale contrarietà all’iniziativa della Regione,
ma in questi giorni è impegnata a verificare la possibilità di impugnare i decreti di revoca delle nomine e di legittimità delle modifiche legislative operate con la L.R. 14/2010.
È bene però ricordare come la tematica della vigilanza vada ben oltre la questione, pur importante, di avere o meno operatori con la qualifica di UPG. ARPA Lombardia ha infatti un organico di 1020 operatori, gode di un finanziamento annuo pari a circa lo 0,40% del Fondo sanitario regionale (circa 72 milioni di euro) per esercitare compiti di “protezione dell’ambiente” in una regione di 9 milioni di abitanti e con una presenza di circa un milione di imprese!
In una situazione che vede un così significativo disequilibrio tra le risorse rese a oggi disponibili dalla Regione e le funzioni demandate dalla norma ad ARPA, a malapena si riescono ad assolvere i compiti istituzionali. Questo rende necessario aprire finalmente un confronto con la Presidenza della Regione Lombardia che coinvolga le forze politiche e sociali sull’operato di ARPA in questi 10 anni, su come ha affrontato i problemi legati alla protezione dell’ambiente nel nostro territorio; così da affrontare congiuntamente il tema dei principi fondanti di questo nuovo ed essenziale ente costituito in seguito all’esito del referendum del 1993. E quindi tentare di risolvere i problemi che ne hanno assillato e spesso condizionato l’espressione funzionale».
Milano, 11 gennaio 2011