Brescia, 22 novembre 2011

Comunicato stampa

Adro, il sindaco chiede indietro i soldi  del bonus affitti riservato ai soli italiani

La Cgil: «Non pagate, mettetevi in contatto con noi per nuove azioni legali»

Il sindaco di Adro Lancini ama le ritorsioni e, non contento di utilizzare denaro pubblico per le sue campagne discriminatorie, decide di rivalersi anche sui suoi cittadini chiedendo loro indietro i soldi del bonus affitti.

Andiamo con ordine e ricostruiamo i fatti. Il 23 luglio 2010 il Tribunale di Brescia giudica discriminatori i criteri di assegnazione (ai soli cittadini italiani e comunitari) del bonus affitti e bebè decisi dal Comune di Adro. Il 15 ottobre 2010 il ricorso presentato dal Comune contro la prima ordinanza del tribunale viene respinto e pertanto il Comune è costretto, per effetto delle ordinanze del tribunale, a riaprire il bando per l'erogazione del bonus affitto. Trentanove famiglie, tra cui anche alcune italiane, presentano domanda, aggiungendosi alle 35 che avevano fatto domanda in precedenza e alle quali era già stato assegnato il bonus (per complessivi 30mila euro).

Il 25 gennaio 2011 alle 39 famiglie viene recapitata una lettera nella quale si spiega che la loro domanda è stata accolta ma non riceveranno alcun bonus. Lancini spiega che il giudice lo ha obbligato a riaprire il bando, ma non a rifinanziarlo.
In seguito il sindaco stabilisce che la cifra dei 30mila euro dovrà valere per tutti, sia per quelli del primo bando che per quelli del bando riaperto in seguito. Il 17 marzo fa approvare una delibera nella quale viene abrogato il regolamento di istituzione dei bonus perché “non corrispondente agli obiettivi programmatici”.

Il 16 novembre, è storia degli ultimi giorni, con una determina il Comune stabilisce che chi aveva ricevuto i bonus affitti dovrà restituirne una parte, in alcuni casi fino a 1.100 euro per famiglia. L'atteggiamento ritorsivo è evidente, così come la volontà del sindaco di scaricare addosso ad altri le conseguenze (anche economiche) delle proprie campagne ideologiche fallimentari.

La Cgil invita i cittadini di Adro ai quali verrà recapitata la lettera del Comune nella quale si chiede la restituzione del bonus a non restituire la somma, di mettersi in contatto con gli uffici della Camera del Lavoro per definire insieme le eventuali azioni legali da intraprendere nei confronti del Comune di Adro e del sindaco Lancini.

Giovedì mattina, intanto, in tribunale (ore 11.15) si terrà la prima udienza per la denuncia che la Camera del Lavoro di Brescia, la Fondazione Piccini e l'Associazione Studi Giuridici sull'immigrazione nei confronti di Giancarlo Giorgetti e Umberto Bossi, in qualità di rappresentanti della Lega Nord Lombardia e della Lega Nord per l'indipendenza della Padania, per «molestie e atti ritorsivi» nei confronti dell'attivista dello Spi Cgil di Adro Romana Gandossi, degli immigrati e delle stesse associazioni ricorrenti. Denuncia che ha preso spunto da un cartello ingiurioso affisso (e tuttora presente) nella sede della Lega Nord di Adro contro l'attivista dello Spi Cgil.

Camera del Lavoro di Brescia

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