CGIL BERGAMO

L’INPS E LE PROCEDURE TELEMATICHE CHE NON FUNZIONANO: LA PROTESTA DELL’INCA CGIL

Il Direttore provinciale Enzo Mologni: “A centinaia nelle nostre sedi, i cittadini scaricano sui nostri operatori la frustrazione di non riuscire a presentare le istanze all’Istituto”

Bergamo, venerdì 7ottobre 2011

Avviato quasi un anno fa, il percorso di graduale sostituzione delle modalità per presentare le domande all’Inps (dalla carta alla via telematica) dall’inizio di ottobre si è inceppato: per questo, il Patronato Inca CGIL, anche a Bergamo, come nel resto della Lombardia, muove critiche e proposte all’Istituto di Previdenza. Ecco di seguito la lettera firmata dal direttore dell’Inca provinciale, Enzo Mologni, e dal coordinatore regionale del patronato Mauro Paris, e inviata alla direzione dell’Inps di Bergamo.

“Egregia Direzione, protestiamo contro le scelte dell’Istituto, che ancora in questi giorni assume decisioni unilaterali, introducendo procedure telematiche esclusive che non funzionano correttamente. I cittadini sempre di più in queste ore, a centinaia, affollano le nostre sedi scaricando sui nostri operatori la frustrazione di non riuscire a presentare all’Istituto le istanze per conseguire le prestazioni cui hanno diritto. Infatti, l’idea che le persone avrebbero fatto da sé, utilizzando il proprio PIN personale (spesso difficile da ottenere), è complessivamente fallita: la gente si rivolge ai patronati. La procedura telematica, poi, spesso non disponibile perché off-line, evidentemente non è stata sperimentata adeguatamente: la domanda di congedo di maternità produce continui blocchi ed errori e non è possibile chiedere il pagamento dell’indennità per tutto il periodo; la domanda di assegno ordinario di invalidità e di pensione di inabilità produce blocchi se l’assicurato è coniugato; nelle domande di riscatto non è possibile presentare telematicamente la richiesta in presenza di più gestioni previdenziali. Questi sono solo alcuni esempi. Non è chiaro se la versione cartacea delle domande debba essere prodotta o meno, e sulla base di quali elementi giuridici, accordi, convenzioni, considerato che il protocollo d’intesa nazionale Inps/Patronati non è stato sottoscritto. Tutto ciò accade senza che con noi patronati sia stato concordato alcunché, e certamente non è una modalità che possa condurre molto lontano; l’esperienza di molti anni di collaborazione, al contrario, ci ha insegnato che i successi si ottengono concertando le soluzioni e condividendo gli obiettivi di tutela dei cittadini. Inoltre, non ci sono stati consegnati gli elementi tecnologici per implementare i nuovi prodotti nelle nostre procedure. Anche l’accesso dei nostri operatori alla sede Inps, nel contesto della riorganizzazione delle sedi, viene reso più difficile, ostacolando così ulteriormente il nostro lavoro. Presto la nostra struttura e il personale che vi lavora non saranno più in grado di far fronte alla situazione. Chiediamo all’Inps di Bergamo di condividere con noi la preoccupazione che il quadro si trasformi in un problema di sicurezza sociale. Collaborate con noi a orientare correttamente le persone, tornate ad accettare le domande anche in forma cartacea, proviamo a concordare orari e modalità per garantire i servizi agli utenti, senza estenuanti e ripetute code per qualunque semplice domanda. Servirebbe a rilanciare la nostra collaborazione, e a conseguire un bene comune”.

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