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CGIL BERGAMO
BREMBO, ANCHE L’ULTIMA DELLE 4 CAUSE PILOTA SI CHIUDE CON UNA VITTORIA
Malgrado il Collegato Lavoro, saranno pagate al lavoratore tutte le mensilità perse. La vicenda raccontata dal protagonista
Bergamo, venerdì 11 marzo 2011
Il primo caso ad essere impugnato, ma l’ultimo a chiudersi: è arrivata ieri, dopo quasi due anni e mezzo, la sentenza del Tribunale del Lavoro di Bergamo nella causa avviata da D.I., 39 anni, cittadino della Costa d’Avorio, e dall’Ufficio Vertenze della CGIL contro Brembo. Il Giudice, anche in questa causa che era la prima delle quattro pilota avviate contro l’azienda, ha dato ragione al lavoratore.
“Mia madre ha pregato per me, anche io ho pregato tanto, ieri nel corridoio del Tribunale quando mi hanno comunicato la sentenza ho ringraziato Allah” dice D.I., che si trova in Italia dal 1999, vive a Bergamo, è sposato e padre di quattro figli, tre nati qui ed una figlia rimasta in Africa. Ha lavorato per Brembo in fonderia e poi nel reparto di verniciatura dal 2005, prima in un’azienda del Gruppo per 5 contratti con 16 proroghe, poi per Brembo (sia direttamente che attraverso agenzia) con 4 contratti con tre proroghe, fino al 2008.
Dopo tutti questi contratti, è stato lasciato a casa: a quel punto si è rivolto all’Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo che gli ha consigliato di impugnare i contratti: l’impugnativa porta la data del 14 dicembre 2008, la prima udienza si è svolta nel luglio 2009, la seconda nel giugno 2010. Ieri, come già detto, è arrivata la sentenza, dopo due anni e quattro mesi di attesa, un periodo di tempo più lungo rispetto alle altre tre cause pilota.
“Sono stanco di stare a casa senza lavorare, ma ora so che Dio ci ha aiutato ed è andata bene” continua a raccontare il lavoratore.
“Aspettavamo la sentenza da tanto tempo: le ultime due notti io e mia moglie non abbiamo dormito, eravamo troppo agitati. Ora spero che Brembo mi richiami presto, spero di cominciare subito, mi è sempre piaciuto lavorare per loro, mi ha dato tante possibilità, ad esempio quella di aiutare mia figlia rimasta in Africa”.
Nel dispositivo del Tribunale si legge che il Giudice ha dichiarato “l’illegittimità dell’apposizione del termine al contratto di somministrazione concluso da D.I. con decorrenza dal 2.10.2006 e, per l’effetto, costituisce tra D.I. e la società Brembo spa un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato dalla suddetta decorrenza. Condanna la Brembo ad un risarcimento del danno pari alle retribuzione maturate dal 29.12.2008 (data d’impugnativa, ndr), all’odierna pronuncia”. Dunque, risarcimento e soprattutto un posto fisso per D.I.
“Con questa sentenza abbiamo raggiunto l’obiettivo iniziale” spiega Carmelo Ilardo, responsabile dell’Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo. “Quello, cioè, di disincentivare in Brembo l’utilizzo massiccio di precariato. Nelle quattro cause pilota, quattro giudici diversi ci hanno dato ragione nel merito delle impugnative. In quest’ultima causa, che in realtà fu la prima a partire, abbiamo un motivo particolare di soddisfazione: il Giudice, infatti, ha accolto l’interpretazione del Collegato Lavoro più favorevole al lavoratore. In tema di risarcimento non ha ritenuto valida l’applicazione dell’articolo 32 del Collegato che avrebbe previsto un indennizzo forfetario, condannando, invece, Brembo a pagare due anni e quattro mesi di mancata retribuzione”.
Ricordiamo che le prime due sentenze sulle cause pilota erano arrivate una a giugno e l’altra ad ottobre 2010, mentre la terza risale al 3 marzo scorso.
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