oggi con le perequazioni si attesta a 1286,02 che al netto delle trattenute diventano 1065 (la trattenuta Irpef passa da 182,69 euro a 208,61, con un incremento del 14,18% a fronte di una inflazione che per lo stesso periodo è stata del 7,4%).
Dall’analisi di questi dati troviamo, purtroppo, sempre maggiori conferme sulla continua perdita del potere d’acquisto che negli ultimi 15 anni ha ridotto di 1/3 il reddito delle persone anziane. Si salvano solo coloro che vivono non solo di pensione, ma possono godere di rendite di fabbricati e di capitali finanziari.
Si registra, inoltre, una diminuzione dei consumi, anche dei beni essenziali e primari: il budget mensile non è sufficiente e una famiglia su 3 ricorre ai propri risparmi per coprire il fabbisogno. Il welfare sociale ha retto anche grazie all’aiuto che i nostri pensionati hanno messo in campo per aiutare i propri congiunti, che si sono trovati in situazioni di precaria stabilità lavorativa.
La difficoltà ad arrivare a fine mese (per molti ormai il problema nasce anche alla terza settimana) è una questione che coinvolge il 19% delle famiglie bergamasche: la metà appartiene a nuclei di pensionati che in povertà denunciano uno stato di solitudine e isolamento che incide notevolmente sulla qualità della vita.
I sindacati FNP, SPI e UILP chiedono nuovamente al Governo, nonostante finora abbia ignorato tali istanze, una manovra di sostegno alle famiglie a reddito fisso attraverso la diminuzione della pressione fiscale sui trattamenti pensionistici, specie per le fasce medio basse, la lotta all’evasione fiscale, il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni che tenga conto non solo delle variazioni dei prezzi al consumo, ma anche delle dinamiche salariali, la creazione di un paniere ISTAT mirato ai consumi reali dei pensionati, il ripristino della percentuale di adeguamento al costo della vita, più assistenza ai bisogni sociali delle persone fragili.
Il confronto con la Regione e la piattaforma in discussione a livello provinciale hanno lo scopo primario di dare continuità all’assistenza sociale alle famiglie e alle persone in forti difficoltà. Nel territorio si chiede, nonostante i tagli pesanti dei trasferimenti dello Stato e della Regione, di non diminuire i livelli delle prestazioni già erogate per minori, anziani e persone non autosufficienti”.