AGENDA PER L’IMMIGRAZIONE UE: LA REALTÀ DIETRO LA RETORICA
14.05.15
Maurizio Ambrosini
Da la voce.info
Arrivi dal mare come una questione comunitaria e stanziamento di 60 milioni sono tra i pochi passi avanti dell’agenda europea per una nuova politica dell’immigrazione. Il primo superamento del “muro di Dublino” rischia di bloccare i rifugiati in un paese, indipendentemente dalle loro preferenze.
I passi avanti
L’agenda dell’Unione Europea per una nuova politica dell’immigrazione approvata dalla Commissione di Bruxelles contiene alcuni interessanti progressi: anzitutto, sul piano politico, per la prima volta tratta gli arrivi dal mare come una questione comunitaria, e non solo come un problema dei singoli paesi interessati dagli sbarchi. Ossia, sostanzialmente, in questa fase, dell’Italia.
Comporta poi un primo allentamento delle rigidità delle convenzioni di Dublino, introducendo un sistema di ricollocamento dei richiedenti asilo già entrati nel territorio europeo (non degli immigrati, come erroneamente si dice) a carico di ciascun paese, fino a un numero complessivo di 20mila persone.
Formalizza un impegno al reinsediamento di altri 20mila profughi accolti nei campi delle zone adiacenti alle aree di crisi.
Ultimo punto, ma non per importanza, mette sul piatto 60 milioni di euro.
L’agenda è stata sbandierata con molta enfasi dai politici italiani e da qualche voce raccolta a Bruxelles, ma resta in realtà timida, non condivisa da tutti i partner e soprattutto fuorviante su aspetti qualificanti.
Cominciamo dalla condivisione: Regno Unito, Danimarca e Irlanda hanno già fatto sapere che non parteciperanno. Alcuni paesi dell’Europa orientale, come Polonia e Ungheria, hanno espresso contrarietà, ma le loro posizioni non vengono prese troppo sul serio. Probabilmente, si confida nelle capacità di persuasione di Angela Merkel. L’assenso di Germania e Francia non deve illudere troppo: anche questi paesi sono in credito sul numero dei rifugiati. La Germania ha ricevuto nel 2014 circa un terzo delle domande di asilo presentate in Europa.
Accoglienza solo per 40mila
Ma i problemi maggiori sono altri e li abbiamo già segnalati.
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