EUROPA: IL RITORNO DELLE FRONTIERE
di Anna Maria Merlo
Il Manifesto, 15 settembre 2015
Consiglio dei ministri degli Interni a Bruxelles. Le quote sfumano, i reticenti alzano la voce. Molti paesi seguono la Germania e ripristinano le frontiere.
Crisi dei rifugiati. Consiglio dei ministri degli Interni a Bruxelles. Le quote sfumano, i reticenti alzano la voce. Molti paesi seguono la Germania e ripristinano le frontiere (la Francia potrebbe rimettere i controlli al confine italiano). Aut aut a Italia e Grecia: hotspot e controlli nel paese di primo arrivo, poi (forse) la redistribuzione. Intanto c'è il via alla fase 2 della missione navale EuvNavForMed, che permette attacchi agli scafisti
La libera circolazione rischia di venire travolta dal panico in cui sta cadendo la Ue in queste ore. I ministri degli Interni dei 28 paesi Ue mettono la sordina sulle "quote obbligatorie", mentre la Germania, domenica, seguita ieri da Austria, Slovacchia, Repubblica ceca e nel tardo pomeriggio anche dall'Olanda, ha sospeso Schengen ristabilendo i controlli alle frontiere. Polonia e Belgio potrebbero fare la stessa scelta nelle prossime ore. Il ministro degli Interni francese, Bernard Cazeneuve, si piega alle richieste delle destre e afferma da Bruxelles che "sono già state disposizioni" per ripristinare i controlli alla frontiera con l'Italia "se si ripeterà una situazione simile a quella di alcune settimane fa" (a Ventimiglia), ma giudica "stupido" fare la stessa cosa al confine con la Germania. L'Ungheria da oggi impone lo stato d'emergenza, con l'arresto per chi entra illegalmente, l'utilizzazione di containers per ospitare i tribunali alla frontiera con la Serbia che giudicano senza la presenza di interpreti i profughi trattati come criminali, richiusi in campi di detenzione.
La decisione più concreta di ieri, presa in mattinata prima dell'incontro dei ministri degli Interni (e della Giustizia) a Bruxelles, è stato il varo della fase 2 della missione navale EuNavForMed, che permette l'uso della forza contro gli scafisti. Le operazioni dovrebbero partire da inizio ottobre. Per la redistribuzione dei profughi, invece, i ministri degli Interni si riuniscono di nuovo l'8-9 ottobre, ma già si parla di "flessibilità" nell'applicazione del ricollocamento dei 120mila del piano Juncker. Se i blocchi continuano, dovrà venire convocato un vertice dei capi di stato e di governo, che rischia di sancire la frattura che ormai mina la Ue.
Francia e Germania, che cercano di mantenere una parvenza di unione anche se la decisione di Berlino di sospendere Schengen è stata accolta come una sberla da Parigi, chiedono "immediatamente" l'apertura di hotspots in Italia e Grecia (e Ungheria, ma Orban si autoesclude), e affermano che faranno un forte "pressing" sui partner. Per François Hollande, "far rispettare le frontiere esterne è la condizione per poter accogliere degnamente i rifugiati".
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