IL NUOVO IUS SOLI VIOLA LA COSTITUZIONE
Secondo la lettura degli esperti della campagna “L’Italia sono anch’io”, dal testo approvato alla Camera, ora all’esame del Senato, emergono diversi profili di incostituzionalità
di Lidia Baratta
www.linkiesta.it 29 Ottobre 2015
Il testo della nuova legge sulla cittadinanza, approvato in prima lettura alla Camera, è passato all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Ma la legge che saluta lo ius sanguinis e dà il via allo ius soli temperato e allo ius culturae, così com’è viola la Costituzione. Lo dice l’Asgi, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, che insieme alle altre organizzazioni della campagna "L’Italia sono anch’io”, ha individuato in un documento gli elementi di incostituzionalità del testo.
A partire dal requisito del permesso di soggiorno Ue per i soggiornanti di lungo periodo, che almeno uno dei genitori deve possedere per poter ottenere la cittadinanza. Questo, dicono dall’Asgi, «significa prevedere una definizione di cittadinanza “per censo”», violando di fatto l’articolo 3 della Costituzione. I bambini nati in Italia verrebbero distinti così «in base alla capacità economica delle loro famiglie, escludendo tutti i figli di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti che non riescono a soddisfare il requisito di reddito richiesto per l’ottenimento del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo». Il permesso viene rilasciato infatti nei casi in cui il reddito non sia inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale.
Secondo l’Asgi, quindi, la formulazione attuale della legge esclude «i cittadini dell’Unione europea residenti in Italia e i loro familiari extracomunitari», che sono titolari del diritto di soggiorno permanente ma non del permesso Ue. Si tratterebbe, dicono, «di una discriminazione incostituzionale e contraria alle norme dell’Ue, che verrebbe senz’altro prima o poi dichiarata tale dalla Corte costituzionale e dalla Corte di giustizia dell’Unione europea». Quindi, meglio modificarla da subito, è il ragionamento.
I bambini nati in Italia verrebbero distinti così «in base alla capacità economica delle loro famiglie, escludendo tutti i figli di cittadini stranieri regolarmente soggiornanti che non riescono a soddisfare il requisito di reddito richiesto per l’ottenimento del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo»
L’Italia sono anch’io
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