IL FLOP DEL REATO DI CLANDESTINITÀ: "VERRÀ ABOLITO, È SOLO UN PESO PER LO STATO"
Inutile e costoso: dopo le esternazioni del ministro Orlando, i tempi sembrano maturi per l’abrogazione di quella che è stata considerata una misura “propagandistica”. Savio (Asgi): “Ci si trova nella situazione di fare processi a persone inesistenti, che nel frattempo sono andate vie dall’Italia”
www.redattoresociale.it - 24 luglio 2015
ROMA - “Inefficace, con una capacità limitata, se non nulla, di deterrenza”. Con queste parole in Commissione Affari costituzionali al Senato, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha spiegato perché a breve sarà abolito il reato di clandestinità, come già deliberato dal Parlamento un anno fa. I tempi sono maturi, infatti, perché quella che da più parti è da sempre stata considerata una misura solo “propagandistica e ideologica” venga definitivamente abrogata. La cancellazione rientra tra i provvedimenti previsti nella legge delega sulle “pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio”, già approvata. Nelle scorse settimane è stata completata anche la redazione del decreto delegato che dà attuazione alla delega. Ora manca solo l’ultimo step, ma come ha spiegato il ministro, le intenzioni del Governo sono chiare: “L'abrogazione del reato di immigrazione clandestina non solo comporterà un risparmio di risorse, giudiziarie e amministrative – sottolinea Orlando -, ma produrrà anche effetti positivi per l’efficacia delle indagini in materia di traffico di migranti e favoreggiamento all'immigrazione clandestina”.
Entrato in vigore nel 2009 per volontà dell’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, il reato di clandestinità è da sempre uno dei provvedimenti più contestati in materia di immigrazione. In particolare l’Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione, ne chiede da tempo l’abolizione. considerandolo nei fatti un “reato inutile” perché punisce la condizione di irregolarità nell’ingresso e/o nel soggiorno all’interno del territorio dello Stato con una pena pecuniaria da cinquemila a diecimila euro. Una contravvenzione dunque, e non un delitto, che non rende possibile applicare alcuna misura cautelare (la denuncia è a piede libero). “Ci si trova nella situazione di fare processi a persone inesistenti, che nel frattempo sono andate vie dall’Italia – spiega Guido Savio,
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