Allarme e sicurezza, terreno ideale per i partiti xenofobi

di Guido Caldiron

Il Manifesto, 26 novembre 2015

Le Pen: "La campagna è cambiata, in ballo non c'è più il governo delle regioni, ma il futuro del paese". Dopo le stragi, destre e populismi sfruttano paura e allarme securitari. Parlarne come di un "pompiere piromane" suonerebbe perfino riduttivo, quasi un delicato eufemismo. Se l'opinione pubblica europea è inquieta di fronte all'impasse che sembra far registrare l'inchiesta sulle stragi di Parigi, dovrebbe esserlo ancor di più sapendo che a gestire l'emergenza di Bruxelles, non a caso subito trasformata in una sorta di stato d'eccezione permanente, è un personaggio come il ministro degli Interni e vicepremier belga, Jan Jambon.
Figura di primo piano della Nuova alleanza fiamminga, partito etnico e anti-immigrati, ma in cerca di legittimità democratica, maggioritario nelle Fiandre e determinante nella coalizione di centrodestra che guida il Belgio, Jambon è cresciuto nell'estrema destra e ha sostenuto in passato Jean Marie Le Pen come il Sint-Maartensfonds, l'associazione che riunisce gli ex collaborazionisti con l'occupante nazista. In seno al governo, già prima dell'attacco jihadista, ha trasformato il suo incarico in una platea per la propaganda contro rifugiati, immigrati e "stranieri" in generale, mentre oggi annuncia di voler andare personalmente "a fare pulizia a Molenbeek", il quartiere di Bruxelles da cui venivano alcuni dei terroristi di Parigi.
Da questo punto di vista, se non è ancora chiaro del tutto quale clima internazionale scaturirà dalla tragedia di Parigi, è però già certo che saranno soprattutto l'estrema destra e i populismi identitari e xenofobi a trarne vantaggio sul piano politico, alimentando un pericoloso corto circuito tra l'inquietudine reale della popolazione e l'evocazione di una sorta di quinta colonna del nemico nascosta tra gli immigrati, in particolare musulmani.
Così, in Germania, Pegida ha chiamato subito a raccolta circa 10mila militanti nella sua roccaforte di Dresda, con lo slogan "gli jihadisti sono arrivati grazie a chi ha aperto le frontiere a rifugiati e immigrati". Per Siegfried Daebritz, che ha preso la parola al posto del fondatore del movimento anti-islamico Lutz Bachmann, "la cancelliera Merkel è complice della morte di 130 innocenti e dei futuri omicidi che l'Isis compirà in Europa: è lei che ha invitato questi criminali in Europa, con la scusa dei profughi". Toni simili, appena un po' sfumati hanno tenuto anche i rappresentanti dell'Alternative für Deutschland, ma la cancelliera ha subito pesanti critiche anche dai suoi alleati di governo della Csu bavarese.
Nel frattempo, dall'Olanda, il leader della destra islamofoba Geert Wilders, che vanta sostenitori in Australia come negli Stati Uniti, ha scritto al New York Times per denunciare come "dopo Parigi si è ampliato lo scarto tra le élite politiche e i popoli europei,
segue >1|2
Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies