IL VERO MURO DA ABBATTERE
Laura Boldrini (Presidente della Camera dei deputati)
La Repubblica, 25 agosto 2015
Ha ragione Jean-Claude Juncker: l'Europa che vogliamo non è quella dei muri. Apprezzo molto il fatto che il Presidente della Commissione europea abbia preso una posizione cosi netta. Una posizione così chiara a proposito di un tema tanto delicato e importante, che rappresenta uno dei cardini del nostro sistema comunitario e dell'Europa di domani.
Concordo con Juncker: neanche io voglio l'Europa dei muri. E non solo perché sarebbe davvero una bruttissima Europa. Un'Europa che rinnega i valori che l'hanno resa una grande protagonista della storia e un'esperienza unica agli occhi del mondo. Ma anche perché la politica dei muri sarebbe fallimentare.
Non solo moralmente inaccettabile, ma politicamente impraticabile e perdente. Nessun muro - né quelli d'acqua del Canale di Sicilia e dell'Egeo, né quelli di filo spinato tra Grecia e Macedonia e tra Ungheria e Serbia - può infatti impedire a donne e uomini che lasciano contesti di guerra e regimi dittatoriali di conquistare un diritto al quale nessuno di noi sarebbe disposto a rinunciare al diritto a vivere in pace e sicurezza.
È questo che non capiscono, anzi fingono di non capire, gli "spacciatori" di paura e di demagogia che, un po' ovunque in Europa, lucrano consensi elettorali chiedendo in modo ipocrita che i rifugiati vengano "aiutati a casa loro": come se non sapessero che quella casa non c'è più, distrutta dalle bombe o presidiata dagli aguzzini di regime. Gli stessi "spacciatori" che, in Italia, vogliono far credere che gli immigrati "vengono tutti da noi": tacendo che, a fronte delle 30mila domande d'asilo registrate qui nei primi 7 mesi del 2015, la Germania ha già quasi raggiunto quota 200mila.
Le migrazioni forzate come quelle che si sviluppano oggi in molte parti del mondo non si impediscono con i muri, ma con le soluzioni. Cioè con la politica, mobilitandosi per porre fine ai conflitti. Le guerre si possono fermare, se c'è la volontà di farlo. Ma non sembra che oggi il mondo sia interessato a fare di più per evitare i massacri in Siria e in Iraq, la violenza in Somalia, la dittatura in Eritrea, per citare alcuni casi.
Eppure noi Europei, più degli altri, dovremmo aver memoria degli orrori delle guerre. Non ce ne ricordiamo abbastanza, ma è l'Europa che ci ha garantito 70 anni di pace. Siamo figli di conflitti mondiali che per due volte in 30 anni avevano ridotto il continente ad un cumulo di macerie,
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