MIGRANTI, BOLDRINI: MEDIA RESTITUISCANO UNA RAPPRESENTAZIONE VERITIERA
La presidente della Camera richiama i giornalisti a non distaccarsi dalle regole professionali: “Bisogna alzare lo sguardo e non riproporre, soprattutto in tv, una sterile e autoreferenziale contrapposizione tra idee semplificate, urlate, sloganistiche. Quelle che all’estero etichettate come hate speech, da noi trattate come esternalizzazioni folkloristiche”
www.redattoresociale.it - 15 dicembre 2015 - 14:22
ROMA - "Al mondo della comunicazione non si richiede un atteggiamento di particolare “favore” nei confronti dei migranti e dei rifugiati, bensì una rappresentazione veritiera, capace di analizzare in maniera razionale e scevra da preconcetti e stereotipi il fenomeno delle migrazioni. E’ di questi stereotipi, infatti che si alimenta la cosiddetta ‘imprenditoria politica della paura’, sempre molto abile nel toccare i tasti giusti, atti a far montare preoccupazione, malessere, rabbia”. Lo sottolinea la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un messaggio inviato oggi, in occasione della presentazione a Roma della terza edizione del Rapporto di Carta di Roma.
La presidente della Camera ha ricordato che il nostro paese “in conseguenza delle robuste dosi quotidiane di messaggi politici xenofobi, se non razzisti, ha progressivamente abbassato le difese nei discorsi dai toni sprezzanti e violenti”. “Quelle che all’estero verrebbero classificate come hate speech, da noi vengono trattate come esternalizzazioni folkloristiche che, invece, giorno dopo giorno, inquinano il dibattito democratico e abbassano gli standard di civiltà che dovrebbero essere da tutti condivisi – sottolinea -.
Non si può trattare allo stesso modo chi manifesta le sue opinioni e chi incita all’odio. Non può esserci parità tra razzismo e antirazzismo, tra xenofobia e accoglienza. Il confronto deve essere tra posizioni politiche anche diversissime, opposte, ma ispirate comunque a valori che rientrano nel perimetro delineato dalla nostra Costituzione nonché dai trattati europei e internazionali”.
Boldrini ha inoltre invitato gli operatori dell’informazione ad “alzare lo sguardo” non riproponendo, soprattutto in televisione, “una sterile e autoreferenziale contrapposizione tra posizioni semplificate, urlate, sloganistiche, ma allargando e arricchendo il dibattito con il racconto, la testimonianza diretta dei protagonisti: associazioni, migranti e rifugiati”.
Commentando i dati del rapporto, che vedono un incremento rispetto al tema dell’immigrazione dell’80 per cento nei titoli dei giornali , e del 250 per centro nei servizi televisivi ha aggiunto: “Non posso non osservare come il racconto mediatico delle migrazioni si sia non di rado distaccato da quello che la legge professionale esige, come criterio fondamentale per un’informazione corretta, ovvero il “rispetto della verità sostanziale dei fatti”. Un dovere, questo, che impone di trattare le notizie relative ai migranti avendo cura di adottare lo stesso metro che si usa per gli italiani afferma. E postula che si utilizzino innanzitutto parole giuste che descrivano oggettivamente una condizione senza veicolare giudizi negativi e pregiudizi”.
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