IUS SOLI DELLA DISCORDIA: “SI DIVENTERÀ ITALIANI IN BASE AL REDDITO DEI GENITORI”
Cittadinanza, non si placano le polemiche sulle modifiche apportate in Commissione Affari costituzionali. Per Asgi si tratta di un testo “ingiusto, inopportuno, discriminante”. Rete G2: “E’ solo un ostacolo in più verso il riconoscimento di un diritto”
www.redattoresociale.it - 25 settembre 2015
ROMA – “Dopo anni di attesa non ci saremmo mai aspettati una legge che lega il diritto di un bambino a diventare italiano al reddito dei genitori. E’ ingiusto, inopportuno, discriminante”. E’ duro il commento delle associazioni che si occupano della tutela dei minori stranieri, nato o cresciuti in Italia, sul testo di riforma della legge sulla cittadinanza, licenziato mercoledì sera dalla Commissione affari costituzionali. Non piace, in particolare, il requisito della carta di soggiorno (permesso di soggiorno Ue per lungo soggiornanti): “un paletto determinante” che delude chi da anni attendeva l’ introduzione anche in Italia di una forma di ius soli temperato. Secondo l’accordo raggiunto dalla maggioranza (Pd e Ncd) infatti potranno essere considerati cittadini italiani alla nascita (ius soli) soltanto i figli degli stranieri che hanno un permesso a tempo indeterminato. Ma per ottenerlo la famiglia deve poter dimostrare di avere un reddito minimo non inferiore all’assegno sociale annuo.
Asgi: pericoloso introdurre una definizione di cittadino basata sul reddito della famiglia. “L’introduzione del permesso Ue per lungo soggiornanti di fatto distingue i bambini in grado di ottenere la cittadinanza in base alla capacità economica delle loro famiglie – sottolinea Giulia Perin, avvocata di Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) -. Secondo noi si tratta di un principio sbagliato, inopportuno e discriminante, perché introduce un criterio censitario come metro per valutare il grado di integrazione di una famiglia. Vengono tagliate fuori quelle persone regolari che però in questo momento stanno attraversando delle difficoltà economiche. Riteniamo pericoloso – aggiunge – introdurre una definizione di cittadino legata al reddito”. Non solo, ma non sempre chi ha i requisiti per ottenere il permesso a tempo indeterminato riesce ad ottenerlo: “Purtroppo quando colleghiamo un diritto al fatto di avere un documento rilasciato a livello nazionale si va incontro a situazioni diverse – aggiunge Perin – molto spesso dipende dalla discrezionalià del singolo ufficio. Non c’è una prassi omogenea a livello nazionale per il rilascio del permesso Ue,
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