SUMMIT EURO-AFRICANO: L’UE COSTRINGE I PAESI VICINI A FARSI CARICO DELLA SUA POLITICA DI NON ACCOGLIENZA
Comunicato della Rete Migreurop sul summit euro-africano che si sta svolgendo a La Valetta, Malta 11 e 12 novembre 2015
www.meltingpot.org 12 novembre 2015
Traduzione di Alessandra Capodanno.
Mentre si svolge l’11 e 12 novembre il summit Europa-Africa de La Valetta, la rete Migreurop sottolinea come, dietro la cooperazione e lo sviluppo, l’UE si dedica in realtà a un vero e proprio mercanteggiare con gli Stati africani al fine di subappaltargli il controllo delle sue frontiere, di restringere le possibilità di circolare liberamente e favorire, al contrario, la detenzione e le espulsioni dei profughi illegalizzati.
A solo qualche settimana dall’ondata di emozione planetaria suscitata dalla foto del cadavere del piccolo Aylan Kurdi approdato su una spiaggia turca, le maschere sono cadute. Dai summit ministeriali straordinari ai “discorsi storici” dinnanzi al Parlamento europeo, passando per i piani d’azione ed altri testi della Commissione, l’UE ha chiaramente riaffermato le sue priorità in materia di controllo delle frontiere, sub-appalto della gestione migratoria ai paesi limitrofi e dissuasione delle migrazioni:
Con gli “hotspots”, campi utilizzati per distinguere i “buoni rifugiati” dai “cattivi migranti”, la detenzione degli stranieri si generalizza, anche per i richiedenti asilo. Gli Stati europei sarebbero pronti a “condividere il peso” dell’accoglienza di una (piccola) parte dei richiedenti asilo, ma a condizione che le garanzie procedurali – già scarne – che la legge riconosce a tutti i migranti siano messe da parte. Gli “hotspots” sono prima di tutto pensati come catalizzatori di espulsione finalizzati a rafforzare il “tasso di rimpatrio” dei profughi considerati non degni del graal della “ricollocamento” (la possibilità di rientrare nelle quote di rifugiati aspramente negoziate dagli Stati membri).
La volontà di subappaltare il controllo delle frontiere, ma anche l’accoglienza dei richiedenti asilo, agli Stati vicini dell’UE è riaffermata. Il 7 ottobre scorso, davanti al Parlamento europeo, il Presidente della Repubblica francese ha dichiarato “è in Turchia che i rifugiati devono, per quanto possibile, essere accolti”. Stessa linea per la Commissione e la maggioranza degli Stati membri, malgrado siano oltre due milioni i siriani che hanno già trovato rifugio in un paese condotto dal Presidente Erdogan verso una deriva autoritaria e in balia di una vera e propria strategia della tensione nei confronti della minoranza curda e delle forze democratiche
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