IMMIGRAZIONE, LA NOSTRA RISORSA
Il Manifesto, 29 settembre 2015
Proposta- appello. Cambiare le leggi e organizzare con i sindaci un piano per dare lavoro e riportare alla vita le aree interne, una volta ricche e poi abbandonate, del nostro paese. Il tema non è nuovo. Alcuni degli scriventi ne hanno trattato sul manifesto. La sinistra ha, in Italia, la possibilità di indicare una soluzione non contingente né transitoria al problema gigantesco dell'immigrazione. Lo può fare nel migliore dei modi, risolvendo al tempo stesso alcuni suoi drammatici problemi demografici, territoriali, economici e sociali. Noi possiamo indicare agli italiani, contro la politica della paura e dell'odio, una prospettiva che non è solo di solidarietà e di umano e temporaneo soccorso a chi fugge da guerre e miseria.
Con le donne, gli uomini e i bambini che arrivano sulle nostre terre noi possiamo costruire un inserimento stabile e cooperativo, relazioni umane durevoli, fondate su nuove economie che gioverebbero all'intero Paese. Gli scriventi ricordano che l'Italia soffre di un grave squilibrio nella distribuzione territoriale della sua popolazione. Poco meno del 70% di essa vive insediata lungo le fasce costiere e le colline litoranee della Penisola, mentre le aree interne e l'osso dell'Appennino, soprattutto al Sud, sono in abbandono.
Sempre meno popolazione, in queste zone, fa manutenzione del territorio, controlla i fenomeni erosivi, sicché nessun filtro e protezione - come è accaduto per secoli - si oppone alle alluvioni che di tanto in tanto precipitano con violenza nelle valli e nelle pianure. Non solo dunque la gran parte della popolazione, ma la ricchezza nazionale (città e abitati, aziende, infrastrutture viarie e ferroviarie, ecc.) è sempre più priva, a monte, di difese rispetto ai fenomeni atmosferici estremi dei nostri anni. Ma non dobbiamo soltanto fronteggiare tale minaccia.
Lo spopolamento, l'invecchiamento di popolazione, la denatalità delle aree interne costituisce, in sé, una perdita incalcolabile di ricchezza. Vengono abbandonate terre fertili che erano state sedi di agricolture, i boschi si inselvatichiscono e non vengono più sfruttati, gli allevamenti di un tempo scompaiono. Al tempo stesso borghi e paesi decadono, perdono i presidi sanitari, le scuole, i trasporti. E in tale progressivo abbandono degradano case,
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