martedì 03/03/2015
CORRIERE DELLA SERA MILANO

Il palazzo storico dei sindacali adesso accoglierà i profughi
Cambia l'ex Magneti Marelli, simbolo della Stalingrado d'Italia

È stata la storica sede regionale unitaria dei sindacati, ai tempi in cui Sesto San Giovanni era «Stalingrado», il vecchio stabilimento della Magneti Marelli all'angolo con viale Italia. Adesso sarà l'approdo di trenta profughi in arrivo dagli sbarchi del Sud. «Un segnale dell'accoglienza, della tolleranza della città - dice il sindaco Monica Chittò -: è un bel messaggio da dare».

Il punto di partenza è interessante. Aumenta a Nord l'afflusso di richiedenti asilo, prevalentemente smistati dai centri di prima accoglienza meridionali. La prefettura di Milano fa appello alle amministrazioni dell'area metropolitana perché partecipino alla «distribuzione». Lo chiede il dipartimento immigrazione del Viminale, ma l'obiettivo è anche alleggerire il capoluogo, che finora sopporta il carico maggiore.

Tante donne e uomini che fanno domanda di protezione internazionale aprono, però, anche molte possibilità per gli enti che si stanno, per così dire, specializzando nel settore. Da Roma, allora, a settembre compare a Sesto la coop InOpera, che prende in affitto alcuni appartamenti per alloggiare rifugiati. Senza consultare il Comune. Di InOpera il Corriere si è già occupato per una questione più recente. Un centro di accoglienza a Milano che, in seguito a un controllo a sorpresa della prefettura, è risultato gravemente inadeguato: chiuso, con probabile revoca del contratto.

I fatti di Sesto sono precedenti di pochi mesi. Il sindaco Chittò anche in questo caso fa un sopralluogo senza preavviso, e trova uno spazio «dignitoso, ma particolarmente affollato». Ha delle perplessità, chiede ai responsabili della cooperativa e alla prefettura un

La scheda

11 25 settembre 1982 una parte dello stabilimento Magneti Marelli, a Sesto San Giovanni, diventa sede regionale unitaria di Cgil, Cisl e Uil

Oggi resta solo la Uil. Nell'immobile lasciato da Cgil e Cisl saranno ospitati 30 richiedenti asilo

Sesto a maggior ragione resta con la convinzione che la questione non possa non passare anche dagli uffici del Comune: «Siamo chiamati a rispondere a un'emergenza umanitaria - spiega Chittò tutte le città devono farsene carico e non si può lasciare Milano da sola. Al tempo stesso, soprattutto in questo momento di alta tensione pubblica, l'emergenza va governata».

Da qui nasce il progetto nell'ex palazzo dei sindacati. La cooperativa edificatrice Uniabita concede in comodato d'uso gratuito per un anno l'immobile (di sua proprietà) alla cooperativa Lotta contro l'emarginazione, che ha partecipato al bando della prefettura e lo ristrutturerà per ricavare trenta posti. Dal momento, però, che «c'è la volontà di trattare gli ospiti come persone, non come business - sottolinea il sindaco -, favorendo l'integrazione, abbiamo firmato un protocollo in base al quale, grazie alle associazioni sul territorio, i richiedenti asilo possono rendersi utili per la collettività». Pulire il verde, per dire, imbiancare un edificio pubblico.

Il tutto attorno a un luogo «altamente simbolico», insiste Chittò. Un pezzo di storia italiana del sindacato, in anni ormai remoti di lotte unitarie. A inaugurarlo, era il 1982, arrivarono leader del carisma di Luciano Lama, Pietre Carniti e Giorgio Benvenuto. A benedirlo fu l'allora arcivescovo Carlo Maria Martini. La soglia sovrastata dalle lettere maiuscole di Cgil, Cisl e Uil venne varcata il 21 maggio 1983 addirittura da Papa Wojtyla: un momento di riposo nel tragitto verso il grande spiazzo su viale Edison dove avrebbe parlato a migliaia di operai.

La dismissione è recente e parziale, per prima la Cisl, la scorsa estate la Cgil. Restano solo gli uffici regionali della Uil, tra corridoi cadenti e pavimenti dissestati, bisognosi di recupero. E di un nuovo ciclo.

Alessandra Coppola

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