|
|
QUANTO COSTA L’ACCOGLIENZA *www.lavoce.info - 14.07.15 Enrico Di Pasquale, Andrea Stuppini e Chiara Tronchin Le tabelle sono disponibili sul sito www.lavoce.info La spesa dell’Italia per il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo è in linea con quella degli altri paesi UE. Anche in situazioni di emergenza come oggi o nel 2011. Anzi la cifra pro-capite per gli ospitati è inferiore rispetto a quanto garantito da Germania e Svezia. I flussi di migranti in Italia e in Europa Il sistema italiano di accoglienza dei richiedenti asilo presenta notevoli elementi di criticità, come la frammentarietà delle strutture, il sovraffollamento, l’incertezza nei tempi di permanenza e la disomogenea distribuzione territoriale. La Fondazione Leone Moressa, in collaborazione con Open Society Foundation, ha analizzato la situazione in alcuni paesi UE: da dati quantitativi e analisi di merito, emergono alcune esperienze virtuose. Nonostante il 2014 sia stato l’anno record per quanto riguarda gli sbarchi sulle coste italiane, dai dati forniti dall’agenzia europea Frontex si nota come il flusso di ingressi irregolari in Europa non interessi solo il nostro paese: la frontiera del Mediterraneo centrale rappresenta attualmente la terza via di ingresso nel territorio europeo, dopo la rotta dei Balcani occidentali e quella del Mediterraneo orientale. In particolare, la rotta dei Balcani occidentali ha registrato nei primi mesi del 2015 un esponenziale aumento degli ingressi irregolari, dovuto prevalentemente al flusso di cittadini kosovari verso l’Ungheria. Di conseguenza, nel 2014 le richieste di asilo nei paesi UE hanno superato quota 626mila, segnando un +45,1 per cento rispetto all’anno precedente. L’Italia, con 64mila domande, è il terzo paese dell’Unione Europea per numero di richiedenti asilo dopo Germania (202mila) e Svezia (81mila). L’agenda europea proposta dalla Commissione evidenzia la necessità di un’armonizzazione delle politiche di asilo nei vari paesi. Senza addentrarci nel dettaglio delle specificità per provenienza (da cui emerge come le stesse nazionalità ricevano trattamenti diversi a seconda del paese di accoglienza), in questa sede osserviamo solamente il profondo squilibrio negli esiti delle domande esaminate. Nella media UE-28 viene accolto il 44,7 per cento delle domande esaminate, ma la forbice è molto ampia: la Svezia presenta il più alto tasso di richieste accolte (76,6 per cento), mentre il valore più basso è quello dell’Ungheria (9,4 per cento). L’Italia,
con il 58,5 per cento di richieste accolte, si colloca lievemente sopra la media. Analisi dei costi per l’accoglienza in Italia e in Europa I dati del ministero dell’Interno offrono una fotografia della spesa italiana: nel 2011 il sistema dell’asilo ha assorbito circa 120 milioni di euro (Cara, Cpsa, Sprar e Fer), a cui vanno aggiunti 740 milioni per la gestione (straordinaria) della cosiddetta “emergenza Nord Africa”. Per poter effettuare un confronto a livello europeo, sono stati analizzati i risultati di uno studio condotto nel 2012 dall’Emn (European Migration Network). Osservando dunque i dati del 2011 si vede come la spesa sostenuta dall’Italia – pur in un periodo di emergenza – non sia particolarmente superiore rispetto agli altri paesi UE. In termini assoluti, la Svezia ha speso oltre 1 miliardo di euro e la Germania 789 milioni. L’Italia, in situazione di emergenza, 860 milioni. Rapportando questi valori al numero di richiedenti asilo, l’Italia ha speso mediamente 21mila euro per ciascuno: la Germania ne ha spesi quasi 24mila, la Svezia oltre 38mila. Il dato significativo che emerge da questo confronto riguarda la particolarità del caso italiano: in una condizione di emergenza come quella del 2011 (di fatto simile a quella del 2014 e 2015), il volume di spesa per i richiedenti asilo è sostanzialmente in linea con quelli di altri paesi in situazione ordinaria. Anche il dato pro-capite conferma che in Italia non si ha una spesa particolarmente elevata, anzi inferiore a Svezia e Germania. In conclusione, la percezione dell’opinione pubblica rispetto alla spesa dell’Italia per il mantenimento del sistema di accoglienza per richiedenti asilo appare fortemente squilibrata e sovrastimata: anche in situazioni di emergenza come nel 2011, peraltro assimilabile a quella attuale, la spesa italiana è in linea con quella degli altri paesi UE. In rapporto al numero di richiedenti asilo ospitati, anzi, la cifra pro-capite è inferiore rispetto a quanto garantito da Germania e Svezia. Evidentemente, l’analisi della spesa (complessiva e pro-capite) offre solo uno spunto parziale alla discussione: ulteriori elementi sono da ricercare negli aspetti qualitativi del sistema, su cui alcune esperienze europee possono rappresentare buone pratiche in termini di efficienza, trasparenza e tutela dei diritti dei richiedenti asilo. * Andrea Stuppini è dirigente della Regione Emilia-Romagna, Enrico Di Pasquale e Chiara Tronchin sono ricercatori della Fondazione Leone Moressa
|
|