INPS: EMIGRAZIONE PENSIONI E BUONI LAVORO
Boeri: emigrazione pensionati è in crescita, l'immigrazione al palo
(Regioni.it 2806 - 09/10/2015) In Italia aumentano i pensionati che decidono di emigrare e farsi pagare la pensione all'estero. Lo rileva l'Inps nel suo rapporto “L'Inps e le pensioni all'estero”. Inoltre il ente previdenziale spiega che eroga all’estero circa 400mila trattamenti pensionistici all’anno per un importo complessivo di oltre un miliardo di euro. Erogazioni che avvengono in più di centocinquanta Paesi. Tra l’altro dal 2010 sono raddoppiati i pensionati che emigrano: da 2.553 nel 2010 a 5.345 nel 2014. E dal 2003 al 2014 oltre 36.500 persone hanno deciso
di passare all'estero la loro vecchiaia.
“Questo fenomeno - sottolinea il presidente Inps, Tito Boeri - erode la base imponibile. Molti pensionati ottengono l'esenzione della tassazione diretta e non consumano in Italia (con effetti quindi anche sulla tassazione indiretta). Il fenomeno non è compensato da flussi in ingresso di pensionati Inps che rientrano (24.857 dal 2003 al 2014)”.
Si tratta di circa 1,2 miliardi di spesa per prestazioni a pensionati residenti fuori dall'Ue, oltre 200 milioni sono spesi per integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali.
C’è anche un altro dato interessante: ci sono quasi 200.000 stranieri con oltre 66 anni e 3 mesi con contribuzione Inps che non hanno ricevuto alcuna prestazione. L'Inps spiega che si tratta del 21% degli stranieri con contributi all'Istituto e che hanno versato contributi che capitalizzati in base alle regole del contributivo valgono oggi tre miliardi di euro.
Se si guarda alle generazioni nate tra il 1949 e il 1981 – ha spiegato il presidente Boeri, presentando il rapporto 'L'Inps e le pensioni all'estero' – “ci sono 4,2 milioni di posizioni contributive ante 1996 e dunque soggette ai requisiti contributivi minimi. Queste posizioni hanno sin qui erogato contributi che, capitalizzati, valgono 56 miliardi. Se il 21% non prende pensioni, abbiamo già oggi circa 12 miliardi di montante contributivo che non darà luogo a pensioni”
.
Negli ultimi anni gli stranieri versano mediamente contributi annui tra i 7 e gli 8 miliardi. “Se solo il 5% (rispetto al 21% dei nati ante 1949) di questi contributi non dà luogo a prestazioni, si ha un flusso di free riding annuale di circa 375 milioni di euro che si capitalizza nel corso del tempo”.
Tra le proposte indicate da Boeri, c’è anche quella di smettere di pagare le prestazioni non contributive ai pensionati che risiedono all'estero. Bisogna creare un fondo per investire su politiche di integrazione degli immigrati e cercare di mettere un freno alla fuga dei pensionati italiani verso Paesi nei quali la tassazione è più favorevole.
Pertanto Boeri ribadisce la crescita del fenomeno emigrazione per i pensionati italiani con il raddoppio tra il 2010 e il 2014 dei pensionati che decidono di vivere all'estero (da 2.553 a 5.345) e un +65% solo nell'ultimo anno, spesso anche a causa della tassazione più favorevole o delle migliori condizioni di vita.
“L'emigrazione dei pensionati è in crescita – afferma Boeri - l'immigrazione di pensionati al palo. Perchè non investire in servizi per gli anziani al fine di ridurre la fuga dei pensionati ed attrarre pensionati dall'estero?”.
Infine l’Inps ha reso noti anche i dati relativi ai cosiddetti voucher, i buoni lavoro. Sono 212,1 milioni i buoni lavoro per la retribuzione delle prestazioni di lavoro accessorio, o voucher, venduti da quando sono stati introdotti, nell'agosto del 2008, al 30 giugno 2015. Sono i dati del lavoro accessorio relativi al primo semestre del 2015.
La tipologia di attività per la quale è stato acquistato il maggior numero di voucher è il Commercio (18%) seguita dai Servizi (13,7%) e dal Turismo (13%). Il ricorso ai buoni lavoro è concentrato nel Nord del Paese, e in particolare nel Nord-est, che con 82 milioni di voucher venduti incide per il 38,7%. La Lombardia, con 37,5 milioni, è la regione in cui sono stati venduti più buoni lavoro, seguita dal Veneto (29,9 milioni) e dall'Emilia Romagna (26,3 milioni).