MIGRANTI, LA BUFALA DEL "RIMANDIAMOLI A CASA": IMPOSSIBILE SENZA ACCORDI
Parla Maurizio Falco (ministero dell'Interno): "Se non c'è un accordo con il paese che deve ricevere il migrante l'espulsione è praticamente inattuabile”. E sui fatti di Roma e Treviso: “Se chiediamo una suddivisione europea dei migranti dobbiamo essere in grado di farla anche noi all'interno”
www.agenzia.redattoresociale.it/ - 21 luglio 2015
ROMA - "La risposta operativa in tema di immigrazione non può attendere: un operatore non può aspettare i negoziati mentre una bambina gli scivola tra le mani. C'è chi grida 'rimandiamoli a casa', ma questo non è possibile, è una bufala. Senza un accordo di riammissione con il paese di origine, dietro cui c'è un accordo economico, non si può fare". Lo ha sottolineato Maurizio Falco, viceprefetto e dirigente del Dipartimento Libertà civili e immigrazione, intervenendo oggi a Roma, al convegno "I volti del Mediterraneo: la percezione del fenomeno migratorio", organizzato dal CerpMed preso la sede Rai di viale Mazzini.
"Se non c'è un accordo con il paese che deve ricevere il migrante l'espulsione è praticamente inattuabile. L'alternativa è il rimpatrio volontario assistito ma il punto critico è quello di saper convincere il migrante con forme di incentivo. Sappiamo - aggiunge - che questo percorso è difficile perché il ritorno a casa per il migrante è la sconfitta del progetto migratorio". Falco spiega che per ora l'Italia ha "buoni accordi di riammissione, per esempio con l'Egitto mentre con altri paesi abbiamo maggiori difficoltà. La portata di questo genere di rimpatri, può essere significativa però solo se c'è un accordo europeo, che applichi un accordo economico con i paesi di origine.
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