RICHIEDENTI ASILO, NEL LABIRINTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE SENZA CERTEZZE E DOMINA LA DISCREZIONALITA'
da Repubblica.it del 22 febbraio 2015
Gente trattenuta nei CIE senza poter fare domanda d'asilo, attese estenuenati per i rinnovi del permesso di soggiorno, patrocinio gratuito precluso ai rifugiati. Le Questure chiedono un domicilio ai profughi presso associazioni perché, dicono, devono rispondere via posta. Ma nessuna comunicazione viene mai fornita così. Tutto appare arbitrario e confuso, privo di regole sicure
di CINZIA GUBBINI
ROMA - Persone trattenute nei Centri di espulsione senza aver avuto accesso alla domanda d'asilo, lunghe attese per i rinnovi del permesso di soggiorno, patrocinio gratuito precluso ai rifugiati. Sono tanti i comportamenti illegittimi della Pubblica amministrazione censiti dal Centro Operativo per il Diritto d'Asilo (C. o. d. a.) e illustrati nel nuovo Rapporto "Chi fa la legge? Pubblica amministrazione e diritto di asilo". Si tratta di un progetto portato avanti da due associazioni romane - Senza Confine e Laboratorio 53 - con il finanziamento di Open Societye il supporto dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione. L'obiettivo è "studiare" quando e come le Pubbliche amministrazioni attuano in modo illegittimo le normative sui richiedenti asilo e sull'immigrazione e anche avviare cause pilota laddove l'interpretazione sia dubbia e la prassi ormai consolidata.
Il domicilio illegittimo. Qualche esempio: la Questura di Roma, in modo illegittimo sottolinea il C. o. d. a., richiede a tutti quelli che vogliono presentare domanda di asilo di avere un domicilio eletto presso un ente o una associazione. Altrimenti la domanda viene respinta. "La Questura giustifica questo comportamento spiegando di avere la necessità di spedire le comunicazioni via posta: ma nessuna comunicazione viene mai spedita via posta, per avere informazioni occorre recarsi direttamente allo sportello. E, soprattutto, nessuna norma prevede questa limitazione, anche perché il richiedente asilo che nel frattempo cerca una associazione presso cui poter eleggere domicilio rischia di essere fermato, perquisito e spedito in un Centro di detenzione", spiegano al C. o. d. a.
Il buco nero dei Cie. Tra l'altro, l'attività di monitoraggio del C. o. d. a. ha evidenziato diversi trattenimenti illegali proprio nei Cie: "A Ponte Galeria, il centro di espulsione di Roma - dicono gli operatori del C. o. d. a. - abbiamo trovato sia persone trasferite direttamente dalla Sicilia e recuperate in mare dall'operazione Mare Nostrum,
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