COSI CREIAMO RAZZISMO E CLANDESTINI
Luigi Vicinanza Editoriale
ESPRESSO
venerdì 23/01/2015
Uomini e donne in fuga dalle guerre e dalla miseria. Condannati all'illegalità una volta entrati in Italia. Accoglienza
inesistente, nessuna integrazione. A causa di burocrazia, sprechi, corruzione. Radiografia di un disastro umanitario

Obbligati all'illegalità. Sotto gli occhi indifferenti della legge. È la condizione di migliaia di immigrati sbarcati sul suolo italiano. Ne abbiamo accolti 170mila solo nel 2014. Di almeno centomila abbiamo perso le tracce. Forse sono ancora in Italia, probabilmente in altri stati dell'Europa. Un popolo di fantasmi, di disperati in cerca di fortuna. Con l'inquietante sospetto che, su un numero così alto di persone, si sia infiltrato qualche fanatico che abbia in odio l'Occidente.
Al fallimento delle politiche di assistenza e di integrazione dei migranti e dei rifugiati giunti nel nostro paese è dedicato questo numero. L'immagine di copertina è stata scattata a Bari, all'esterno di un centro di accoglienza. È la fotografia della confusione e dell'assenza di regole - non solo in quella città - con cui le istituzioni tricolori affrontano il fenomeno. Nonostante una parvenza di vigilanza (la colpa non è sicuramente della pattuglia di militari in servizio nel momento in cui è stata scattata la foto), si entra e si esce da quelle strutture incivili e mangiasoldi che sono i Cara, centri di assistenza di cui abbiamo raccontato gli sprechi nell'inchiesta di Mafia Capitale.
IL NOSTRO INVIATO Fabrizio Gatti ha battuto lo Stivale per oltre tremila chilometri, da Mineo in Sicilia a Gorizia, passando per Foggia, Roma, Pisa, Genova, Torino, Milano. Un quadro terrificante. Il sistema produce disadattati, disoccupati, persone potenzialmente pericolose. Facile massa di manovra per la criminalità al Sud ma anche al Nord. Lo straordinario impegno profuso dalla Marina militare nel salvar vite tra le onde del mar Mediterraneo viene annullato dalla burocrazia quando siriani, eritrei, sub-sahariani mettono piede sulla terraferma.
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