STRANIERI E DIRITTI. LE LIBERTÀ CHE L'EUROPA ASSICURA
di Ernesto Galli della Loggia
Corriere della Sera, 20 settembre 2015
Se è vero che il fenomeno della migrazione politico-economica che si sta rovesciando sull'Europa è un fenomeno di gigantesche proporzioni storiche, epocale come si dice, allora è quasi certo che la percezione complessiva che ne abbiamo non corrisponde alla realtà alla quale esso darà luogo quando si sarà definitivamente assestato. Oggi, insomma, esso ci appare una cosa diversa da quella che risulterà nei fatti, diciamo tra mezzo secolo. Per una semplice ragione, anzi due: che i fenomeni sociali evolvono in modo relativamente prevedibile nel breve-medio periodo ma in modo assolutamente imprevedibile su quello medio-lungo; e in secondo luogo perché il nostro sguardo e il nostro cervello sono, diciamo così, tarati per vedere da vicino o relativamente da vicino, non a distanza di decenni. Del futuro ci facciamo il più delle volte un'idea assai imprecisa; spessissimo sbagliata.
Possiamo allora provare a considerare quanto oggi sta accadendo in modi un po' diversi da quelli che di solito ci viene fatto di adoperare (tra l'altro sempre sotto la pressione di una fortissima polemica ideologico-politica nella quale siamo inevitabilmente coinvolti).
Il primo modo diverso potrebbe essere questo. Lo spostamento di grandi masse perlopiù islamiche verso l'Europa è un riconoscimento inequivocabile delle conquiste realizzate dalla nostra civiltà. È una sorta di grande consultazione popolare realizzata con i piedi invece che con la scheda. C oloro che infatti fuggono dalla Siria, dall'Eritrea, dall'Afghanistan, dall'Iraq, non chiedono di stabilirsi in Turchia, non vogliono diventare ospiti permanenti della Giordania e del Libano che pure li accolgono di buon animo. Né pensano minimamente di cercare rifugio in Arabia Saudita o negli altri Stati del Golfo, tanto straripanti di ricchezza quando ferocemente discriminatori verso chiunque non abbia avuto la ventura di nascere entro i loro confini.
No. Pur essendo perlopiù musulmane quelle grandi masse umane non mostrano alcun desiderio di restare nella "Terra dell'Islam".
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