BUFERA SUL «DIVIETO» DI NATALE. LASCIA IL PRESIDE SOTTO ACCUSA
CORRIERE DELLA SERA Milano lunedì30/11/2015
Gli istituti multietnici: il dirigente ha sbagliato. Ma c'è chi lo difende
di Federica Cavadini
«No ai canti religiosi per Natale, ha fatto bene il preside di Rozzano. La scuola laica sia luogo di incontro fra culture, non fra religioni». È la voce di una maestra della Casa del Sole, storico istituto dietro via Padova nel parco Trotter, dove gli alunni stranieri sono sette su dieci. Manuela Gallina, insegnante da 36 anni, sta con quel preside, Marco Parma, reggente all'istituto Garofani dove ha «vietato» il Natale religioso, e che adesso si dice pronto a fare un passo indietro e a rinunciare all'incarico. «Ma non ha sbagliato - lo difende - Anche noi non cantiamo "Tu scendi dalle stelle". Meglio evitare. Niente religione nelle scuole, non sono chiese né moschee o sinagoghe». Racconta del Trotter, la maestra Gallina, dove «il presepe lo fanno solo le insegnanti di religione. E i bambini cantano il "Buon Natale" di Enzo Iacchetti».
Ma i presidi delle grandi scuole multietniche, dal Lorenteggio a San Siro, prendono le distanze dalle scelte del preside di Rozzano, sui canti religiosi come sulla festa di Natale che diventa «festa d'inverno», «per evitare provocazioni».
«Il Natale una provocazione? Ma se i bambini musulmani aiutano i compagni di classe a fare il presepe. I genitori stranieri non sono contrari, non ho mai ricevuto proteste sui canti come sul presepe o sul crocefisso», dice Massimo Barrella, preside alla scuola di via Dolci, altro istituto multiculturale, materna ed elementari, più di seicento i bambini, tre su dieci gli italiani.
«Abbiamo alunni di trentasei nazionalità e il Natale lo festeggiamo - dice il preside -. Lasciare la religione fuori per una pretesa neutralità è un errore».
Elementari di via Vespri Siciliani, altra scuola multiculturale, nel quartiere Lorenteggio. Gli stranieri sono il settanta per cento qui. E a Natale? «La tradizione è che tutte le quinte elementari preparano il presepe. E poi si fa la festa di Natale con le famiglie - spiega la preside Anna Sandi -. I canti religiosi? Fanno parte della nostra cultura. Evitarli non avrebbe senso, dovremmo andare in giro per la città e abbattere tutti i campanili?». «Integrazione per me è la nostra scuola di italiano per le mamme straniere. Non è nascondere la nostra cultura», aggiunge Sandi.
Il confronto è aperto, non solo a scuola. «La celebrazione di feste cristiane non è mai stato un problema per i musulmani in questo Paese», ha detto ieri il coordinatore delle associazioni islamiche di Milano, Davide Piccardo. «Ma bisognerebbe aggiungere e non sottrarre». E resta aperto anche il caso politico. Con il leader leghista Matteo Salvini che dice: «Secondo me dovrebbero essere licenziati insegnanti e presidi che cancellano il Natale». E l'assessore all'Urbanistica Viviana Beccalossi (Fratelli d'Italia) annuncia: «Chiederò l'allestimento di un presepe sotto la sede della Regione».
Questa mattina davanti all'istituto Garofani di Rozzano, presidio di genitori e insegnanti a difesa del preside Marco Parma. Domani sarà ascoltato dal direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Delia Campanelli, che ha spiegato: «Ha anticipato in una lettera la sua disponibilità a rinunciare all'incarico di reggente in quella scuola».