IL VIMINALE: DA GENNAIO MORTI 2.755 MIGRANTI, AFFONDATE 770 BARCHE SOTTRATTE AGLI SCAFISTI
di Fiorenza Sarzanini
Corriere della Sera, 4 ottobre 2015
Il rapporto riservato del Viminale sulla lotta ai trafficanti di uomini. Gommoni affondati, pescherecci incendiati e mandati alla deriva. In attesa del via libera definitivo dell'Unione europea alle missioni contro gli scafisti, un rapporto riservato del Viminale sull'attività relativa all'immigrazione svolta nei primi nove mesi del 2015 rivela che dall'inizio dell'anno sono 771 le imbarcazioni distrutte, 49 quelle sequestrate.
Due anni dopo il naufragio di Lampedusa che provocò centinaia di morti, il bilancio tracciato dagli analisti del ministero dell'Interno dimostra che l'attenzione deve rimanere concentrata proprio nella lotta contro i trafficanti di uomini. Anche tenendo conto che la possibilità di ottenere dall'Onu una risoluzione che autorizzi una missione militare in Libia appare assai remota e la situazione dello Stato africano continua a essere fuori controllo.
Sono 130.449 i migranti giunti sulle coste italiane, quasi tutti ospitati nei centri governativi oppure nelle strutture reperite dalle prefetture sulla base della indicazioni fornite dal Dipartimento guidato dal prefetto Mario Morcone.
La maggior parte ha chiesto di poter ottenere lo status di rifugiato. Secondo quanto dichiarato la scorsa settimana in Parlamento dal ministro Angelino Alfano "le istanze di protezione internazionale definite dalle commissioni territoriali sono state 42.801, con un incremento del 74 per cento rispetto allo stesso periodo del 2014". Sono 115.918 gli stranieri partiti dalla Libia, 9.830 dall'Egitto, appena 2.471 dalla Turchia. E proprio questi numeri dimostrano la necessità di governare i flussi in modo da evitare altre tragedie.
Gli accordi di polizia siglati con le autorità di Ankara hanno infatti consentito di chiudere quasi completamente quella rotta marittima dopo numerosi naufragi avvenuti all'inizio di quest'anno. Ciò non impedisce ai migranti di intraprendere lo stesso il viaggio verso l'Europa, ma la scelta di optare per la rotta terrestre si è dimostrata certamente più sicura. Basti pensare che secondo i dati forniti dall'Alto commissariato per i rifugiati,
i morti nel Mediterraneo nel 2015 sono stati 2.755, solo 287 i cadaveri recuperati.
I risultati dell'attività contro gli scafisti rappresentano il capitolo più interessante perché per la prima volta rivelano l'esito di un lavoro svolto senza clamore ma, a quanto pare, fondamentale per cercare di limitare il traffico di esseri umani gestito dalle organizzazioni criminali libiche. Un'offensiva che - almeno a leggere i numeri - potrebbe aver messo in difficoltà gli scafisti, costretti a cercare nuovi canali di approvvigionamento dei mezzi, visto che rispetto allo stesso periodo del 2014 sono approdate circa 8.000 persone in meno. Fino allo scorso anno l'affondamento dalle imbarcazioni era vietato per ordine del ministero dell'Ambiente che ritiene possa essere causa di grave inquinamento del mare.
Le nuove disposizioni del ministro Angelino Alfano - sollecitato dai vertici della Direzione centrale dell'immigrazione e della polizia di frontiera - consentono invece la distruzione e l'abbandono e ciò impedisce che i trafficanti le recuperino dopo i soccorsi, come invece avveniva in passato. Nelle tabelle allegate al dossier si parla di un'unica imbarcazione ripresa dagli scafisti e l'episodio è noto perché in quell'occasione i criminali furono ripresi dopo aver attaccato il mezzo della Guardia Costiera che aveva soccorso i migranti e costrinsero l'equipaggio a restituire loro il barcone. Sono 404 gli stranieri arrestati nei primi nove mesi dell'anno per aver gestito il traffico e soprattutto per aver guidato gommoni e barcone cariche di migranti, 113 sono egiziani, 63 tunisini.
Nei prossimi giorni dovrebbe cominciare il trasferimento dei migranti da ricollocare negli altri Stati, così come stabilito dall'Unione europea. L'Estonia ha firmato due giorni fa un accordo con l'Italia per l'accoglienza degli stranieri, ma la destinazione iniziale dovrebbe essere la Svezia. Subito dopo comincerà a funzionare a Lampedusa il primo "hotspot" per l'identificazione degli stranieri. È la fase iniziale di un progetto che prevede la partenza di 40mila stranieri e l'apertura di cinque centri di smistamento. Un sistema che al momento non appare affatto risolutivo.