GUERRE E CLIMA TRA LE CAUSE PRINCIPALI DELL'ESODO DI DECINE DI MILIONI DI MIGRANTI
di Marinella Correggia
Il Manifesto, 27 agosto 2015
Secondo lo State of the World 2015 del World Watch Institute fra il 2008 e il 2013 140 milioni di persone hanno dovuto spostarsi in altre aree o paesi, a causa dei disastri ambientali e climatici. Solo una piccolissima minoranza bussa alle porte dell'Occidente.
Lavoratori migranti in fuga dalle nostre guerre, sfollati dalla nostra guerra al clima, vittime dello sfruttamento post-coloniale: tre categorie a cui è negato tutto. Eppure, accoglierli non è generosità, è un obbligo da parte di chi è colpevole delle loro sventure: anche l'Europa.
Stima lo State of the World 2015 del World Watch Institute che fra il 2008 e il 2013 le persone che abbiano dovuto spostarsi in altre aree o paesi, a causa dei disastri ambientali e climatici, siano state circa 140 milioni. Solo una piccolissima minoranza bussa alle porte dell'Occidente. Dove un migrante ambientale o economico non ha diritto allo status di rifugiato (perché non fugge direttamente da guerre od oppressioni): è bollato come clandestino e respinto al suo paese, o schiavizzato in campagna dai caporali, con infinite complicità. Eppure, dei danni da caos climatico sono responsabili i paesi abbienti, già colpevoli di sfruttamento coloniale e post-coloniale ai danni di Africa, Asia e America latina.
Anche la quasi totalità delle decine di milioni di sfollati e rifugiati di guerra nel mondo rimane all'interno dei rispettivi paesi o nei paesi confinanti; solo 600mila sono stati accolti in Europa. Eppure, i conflitti che l'Occidente conduce con i propri bombardieri o fomenta - senza subire mai conseguenze in termini penali, economici e politici - continuano a provocare esodi biblici: non solo di cittadini dei paesi bombardati o attaccati, ma anche di milioni di migranti che in quei paesi lavoravano. Un nigerino o un burkinabè che, perso il lavoro in Libia a causa della guerra della Nato nel 2011, cercano di approdare in Europa, non hanno diritto di essere riconosciuti come rifugiati. E invece, dovrebbero avere addirittura avere, dai paesi Nato, un risarcimento danni. Ecco alcuni numeri sulle fughe dai conflitti prodotti o direttamente fomentati dall'Occidente, negli ultimi 25 anni. L'Italia non si è mai sottratta.
1991: "Tempesta nel Golfo", guerra all'Iraq. La guerra provoca l'esodo di circa tre milioni di persone dall'area.
segue >1|2
Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies