CITTADINANZA, RIFORMA NEL 2016? "NESSUNO STOP, CONCLUSIONE VICINA"
Lo sottolinea la senatrice Lo Moro, relatrice della legge in Senato. Il 12 gennaio riprende la discussione. “Si lavorerà per portarla a termine in fretta, dobbiamo andare avanti”. La riforma è attesa da anni ma solo nel 2015 si è arrivati a un testo condiviso, già approvato alla Camera
www.agenzia.redattoresociale.it - 23 dicembre 2015
ROMA – Anche il 2015 si chiude senza che siano cambiate le regole per diventare cittadini italiani. Ma per la riforma della legge 91/92, attesa ormai da diversi anni, qualcosa quest’anno è cambiato: c’è un testo condiviso (il disegno di legge 2092) già licenziato dalla Camera, che aspetta solo l’approvazione definitiva in Senato. Se ne parlerà a inizio 2016. I lavori riprenderanno, infatti, il 12 gennaio, con la discussione generale in aula e una riunione dell’Ufficio di presidenza in cui verrà fissato il calendario dei lavori. E già nei primi mesi del 2016 le nuove disposizioni, che riguardano in particolare i minori figli di stranieri, potrebbero diventare legge.
Si dice ottimista la relatrice in Senato, Doris Lo Moro. La speranza è che nella riunione di inizio gennaio, si disponga “un calendario dei lavori credibile e piuttosto veloce”, sottolinea a Redattore sociale. Secondo la senatrice rispetto all’iter parlamentare non c’è stato finora “nessuno stop di tipo politico”. “Siamo stati impegnati con la legge di stabilità – spiega -, ma parallelamente siamo andati avanti con la riforma delle cittadinanza. Non c’è nessuno impedimento di tipo politico. Per ora ci sono stati i primi interventi, ce ne saranno molti altri, ma dobbiamo proseguire perché si possa arrivare in fretta alla conclusione”.
Il testo di riforma approvato alla Camera prevede l’acquisizione della cittadinanza secondo il principio dello ius soli per i bambini che nascono in Italia da cittadini stranieri, regolarmente residenti e in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo (ex Carta di soggiorno). Per i minori che non rientrano in questi parametri, o arrivano in Italia entro il dodicesimo anno di età verrà applicato lo ius culturae, cioè l’acquisizione della cittadinanza sarà legata al percorso scolastico (e vincolata alla frequenza di almeno un ciclo di 5 anni). Dopo i fatti di Parigi, alcune forze politiche avevano tuonato contro la riforma, considerandola inopportuna. Ma nonostante il tentativo di bloccare la discussione in Senato sul nascere, l’iter è andato avanti. Ora si attende la ripresa dei lavori per sapere se i bambini che nascono e crescono nel nostro paese potranno essere considerati cittadini da subito, senza attendere (come prevede la legge attuale) il compimento del diciottesimo anno di età. (ec)
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