PARTENDO DAI MIGRANTI PERCHÉ LA CGIL NON APRE UN GRANDE DIBATTITO PUBBLICO SULL'UGUAGLIANZA?
LEFT - martedì14/07/2015

Gentile direttrice le invio questa lettera con un invito per il segretario CGIL.

Cara Susanna Camusso, sono un professionista che più di vent'anni fa è partito dalla Puglia diretto a Roma alla ricerca di qualcosa. Sono figlio di una contadina e di un operaio. Io stesso sono stato contadino ed operaio sino a diciannove anni. Poi ho studiato nella splendida scuola pubblica, mi sono laureato ed ora esercito la professione di avvocato. Le volevo dire che condivido gran parte delle cose che dice, anche se ho problemi diversi e punti di vista diversi rispetto ad un associato alla sua organizzazione sindacale. In generale tifo per la CGIL, penso sia un presidio importante di democrazia e me lo lasci dire di laicità in questo Paese. Mi piace il suo modo di porsi, la sua serietà nell'affrontare le questioni. La proposta è questa: penso che la politica sia connessa alla vita umana, alla socialità. Penso che, per esempio quando si parla di immigrazione ed immigrati non si parli solo di quote da distribuire tra i vari Paesi europei ma di qualcosa di più profondo, qualcosa che è connesso alla nostra stessa identità di esseri umani, nati uguali. Ebbene, le chiedo un grande dibattito pubblico che potrebbe partire proprio dal suo sindacato su uguaglianza e libertà perché penso che il tema della modernità sia questo: come coniugare l'uguaglianza con la libertà.

Daniele
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