L'ALLARME DI TOURAINE "DIFENDERSI È GIUSTO MA SALVIAMO LE LIBERTÀ"
di Fabio Gambaro
La Repubblica, 29 novembre 2015
Intervista al sociologo francese Alain Touraine, 90 anni, uno dei più autorevoli intellettuali europei. "La Francia non deve diventare Guantanamo". Alain Touraine reagisce così alle conseguenze dei massacri del 13 novembre che hanno spinto il governo francese allo stato d'urgenza e alle deroghe alla Convenzione europea dei diritti umani. "Dopo la violenza dell'attacco subito, la Francia ha il diritto e il dovere di difendersi, ma deve farlo restando all'interno della democrazia", ci dice il novantenne sociologo francese, che in Francia ha appena pubblicato un nuovo libro, Nous, sujets humains (Fayard).
"Di fronte a 130 morti il governo non aveva scelta. In una situazione del genere non si può cercare la via del compromesso. Si può solo dire: siamo in guerra e combatteremo. Ma ciò non significa che si debba toccare la costituzione come ha proposto Hollande. Non dobbiamo fare come hanno fatto gli Stati Uniti dopo l'11 settembre con il Patriot Act. Erano il paese della libertà e della democrazia, sono diventati un paese aggressivo, intollerante e violento. La Francia deve restare il paese dei diritti dell'uomo. Da noi Guantanamo o Abu Ghraib non devono essere possibili".
Il governo però annuncia deroghe alla Convenzione europea dei diritti umani...
"È certamente grave. E una tale situazione comporta rischi per le libertà dei cittadini. Bisognerà essere molto vigilanti e critici di fronte a tutte le derive possibili, anche facendo appello all'opinione pubblica. Capisco la pressione cui è sottoposto il governo, costretto a mostrarsi fermo per evitare di lasciare spazio al Fronte Nazionale. Ma ciò non significa accettare di rimettere in discussione i principi democratici".
Non crede che questo sia il prezzo da pagare per difendersi?
"La Francia fa bene a difendersi, come fa bene a bombardare l'Is in Siria. Siamo in guerra, quindi dobbiamo reagire militarmente. Tuttavia non dobbiamo cadere nella trappola dell'Is, che vorrebbe un nostro intervento delle truppe di terra. In realtà, l'orribile violenza della jihad mira a farci perdere la testa per spingerci a reazioni impulsive, all'interno come all'esterno del paese. Noi non dobbiamo seguirli su questa strada. Come ha detto Hollande nel suo discorso in omaggio delle vittime, dobbiamo combattere i terroristi restando noi stessi, con i nostri valori, la nostra cultura e il nostro attaccamento alla libertà. Occorre esser più efficaci, non meno liberi".
Hollande ha molto insistito sulla fratellanza, un valore in cui oggi i francesi sembrano riconoscersi. È importante anche per lei?
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