IN MEZZO ALLA VITA
Da: http://www.meltingpot.org/
5 maggio 2015
Grazie a un progetto online alcuni giovani rifugiati vivono ora in abitazioni condivise. Problemi? Al massimo per la spesa dal macellaio. In visita a Darmstadt
di Carsten Janke
Vi proponiamo la traduzione dal tedesco all’italiano curata da Alessandro Stoppoloni (traduttore volontario del Progetto Melting Pot) di un articolo tratto da Süddeutsche Zeitung del 26 aprile 2015.
Anche in Assia (uno dei sedici stati federati della Germania) ci sono già state delle aggressioni e degli attacchi verbali nei confronti dei rifugiati. Alcuni parlano di “paure comprensibili” che vive la popolazione. Lukas Meuth invece non le riesce proprio a capire. Per lui, un educatore, il siriano Salah Ali è semplicemente “un inquilino come tutti gli altri”. Lo scorso novembre si è liberata una camera nella loro casa e Lukas l’ha messa senza esitare sul sito Flüchtlinge willkommen (i rifugiati sono i benvenuti, N.d.T.). Da due mesi vivono insieme nella stessa casa.
La città natale di Salah nella Siria sud-occidentale è una zona di guerra. Nel quartiere Arheiligen di Darmstadt gli uccelli cinguettano nel giardino e fra le officine e la chiesa gorgoglia un ruscello. Salah è un po’ timido, ma ride molto mentre racconta della sua nuova vita: i vicini, l’ufficio, i macellai dell’Assia e le prescrizioni alimentari dell’Islam. Circa sei mesi fa il giovane arrivò in aereo in Europa. In Germania vuole terminare i suoi studi in Medicina. Sono passati cinque mesi dal posto di prima accoglienza a Heimen e nel frattempo gli è stato riconosciuto lo status di rifugiato ed è entrato nella casa con gli altri studenti. Ciò causa anche una quotidianità decisamente “normale”: nel mezzo della conversazione si alza per andare a stendere il bucato.
Già più di cinquecento appartamenti sono stati inseriti nella banca dati delle case per rifugiati che è stata aperta l’anno scorso. Una delle fondatrici è Mareike Geiling. All’epoca si era detta: vogliano portare i rifugiati nel centro della società, allora perché non in normali appartamenti condivisi? In particolare nella sua casa di Berlino, come fecero lei e i suoi coinquilini. L’esperienza è stata così positiva da dare loro l’idea di mettere su un sito. Chi ha una camera da offrire e tutti gli interessati si iscrivono e non appena viene trovato un candidato adatto i collaboratori di Flüchtlinge willkommen inizia a rispondere alle domande più importanti: è d’accordo il Sozialamt (un ufficio che si occupa dell’erogazione di aiuti sociali, N.d.T.)? Come si paga l’affitto della camera? Spesso è lo stesso ufficio a pagare l’affitto, altrimenti sono gli stessi collaboratori a cercare delle soluzioni alternative,
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