"MIGRANTI IN CARCERE 6 MESI SE NON SI RIESCE A ESPELLERLI", LA LINEA DURA DELL'EUROPA
di Marco Zatterin
La Stampa, 17 giugno 2015
"Voi avete davanti tre amici che si confrontano con un problema difficile e cercano di risolverlo insieme", comincia il francese Bernard Cazeneuve, pressato dai giornalisti, stretto fra il tedesco De Meziers e Angelino Alfano. È un chiaro invito alla pace, a dimenticare le polemiche e a trovare una risposta "europea" all'ondata di disperati che fugge dalle guerre attraverso il Mediterraneo.
"Abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo", gli risponde l'uomo del Viminale, negando che a Roma si pensi a permessi temporanei che consentano agli illegali di scappare. "Pensiamo al futuro - insiste, lavoreremo con Parigi anche rafforzando la cooperazione di polizia alla frontiera, per evitare che ciò che è successo a Ventimiglia torni a ripetersi". È un auspicio che aiuta a calmare le acque.
Meglio ancora se di qui a fine mese l'Ue riuscirà a trovare un compromesso sulla mossa con cui la Commissione ha proposto ai Ventotto una redistribuzione d'emergenza e temporanea di 40 mila migranti aventi diritto di protezione, 24 mila presi dall'Italia e 16 mila dalla Grecia. Ieri i ministri degli Interni, riuniti a Lussemburgo, hanno compiuto qualche passo avanti, come ci si attendeva. L'orientamento indica una possibile soluzione: meccanismo di riallocazione volontario e coordinato; creazione di centri "hotspot" finanziati dall'Ue per centralizzare e ottimizzare i controlli e le identificazioni; interventi per rendere efficace l'azione di rimpatrio visto che, in media, solo il 40% degli espulsi esce dall'Ue.
Di qui al vertice europeo del 25, e poi al nuovo incontro in formazione Interni a metà luglio, il pacchetto dovrebbe essere chiuso. I lussemburghesi, dal 1° luglio guida di turno dell'Ue, dicono che si può fare entro il mese prossimo. Ma Alfano spinge: "Abbiamo chiesto e ottenuto che le quote siano vincolanti per tutti".
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