QUEI FANTASMI ALLE NOSTRE PORTE
di Marek Halter
La Repubblica, 7 settembre 2015
Le colpe dell'Europa sono enormi perché non ha fatto niente per questi popoli. Salvo l'eccezione tedesca, il comportamento dell'Europa nella tragedia dei migranti è incomprensibile. O, peggio, profondamente autolesionistico. Ci siamo mobilitati quando una singola persona chiedeva aiuto all'Occidente.
E penso a Nelson Mandela carcerato o a Andrej Sakharov perseguitato dagli sbirri del Kgb. Ma adesso che ci sono immense folle che fuggono dalla guerra o dalla carestia siamo incapaci di reagire. Credo, invece, che dovremmo anzitutto valutare quali possano essere i vantaggi provenienti dai profughi, per poi stabilire con quali procedure creare uno scambio alla pari tra noi e loro. È un po' quello che sta facendo la cancelliera Angela Merkel: spalancare le porte ai migranti, i quali occuperanno il vuoto demografico tedesco e finiranno per pagare le pensioni alla Germania.
Purtroppo nel Vecchio Continente non esiste una legge sulla generosità. Non c'è nessuno in grado di imporre quanto dovrebbe fare ogni Paese, e ogni individuo, per le migliaia di migranti che continuano ad arrivare. C'è perfino chi critica il trattato di Schengen, e penso al ministro dell'Interno britannico, Theresa May, la quale ha sostenuto che è responsabile delle stragi in corso. Come se la libera circolazione delle persone stesse diventando un'utopia. Tutto ciò per la paura ritrovarsi invasi da popoli portatori di altre culture, tradizioni e religioni. Terrorizza l'idea che questi popoli possano insediarsi e diventare maggioritari in alcune aree dei nostri Paesi. E spaventa, inoltre, il razzismo di classe: infatti, sono soprattutto i poveri quelli che si oppongono più tenacemente all'arrivo dei migranti, con i quali sono spesso costretti a contendersi lo spazio e l'impiego.
Eppure le colpe dell'Europa sono enormi, perché non ha fatto nulla per prevenire la miseria che affligge questi popoli.
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