UNA GIORNATA PER DIRE NO ALLA SCHIAVITÙ
La tratta degli esseri umani
Venerdi 06/02/2015
di Mariapia Bonanate
da Famiglia Cristiana
Nascosta nelle pieghe oscure dei nostri tempi, la schiavitù, abolita ufficialmente, sopravvive più che mai. Bambini, uomini, donne di ogni età sono oggi costretti a vivere come schiavi. Circa 21 milioni di persone sono "usate"dalla criminalità a scopo di sfruttamento sessuale o lavoro forzato, espianto di organi, accattonaggio obbligato. Ogni anno 2,5 milioni di persone sono vittime dei traffico di esseri umani. Contro questo fenomeno l'8 febbraio sarà celebrata la prima Giornata internazionale di preghiera e di riflessione contro la tratta degli esseri umani. «Speriamo di creare maggior consapevolezza sulla situazione globale di violenza e d'ingiustizia che colpisce milioni di persone che non hanno voce, non contano, non sono nessuno: sono semplicemente schiavi», dice suor Eugenia Bonetti, in prima fila da anni con l'Usmi.
La scelta della data ha un significato preciso. Coincide con la festa liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la schiava sudanese, rapita bambina, venduta e rivenduta come schiava e crudelmente seviziata dai suoi aguzzini. La sua figura è diventata popolare in ogni parte del mondo e da parte di molti si chiede che venga nominata Santa Patrona delle persone rapite e vittime della tratta. La sua supplica (portata in Italia nel 1883 e liberata, divenne suora canossiana) durante gli ultimi istanti di vita - «Per favore, allentate le catene... Sono pesanti!» - ha fatto da richiamo conduttore alla veglia di preghiera a Roma, nella basilica dei Santi Apostoli, dove sono state accese sul sagrato candele contro le schiavitù attuali e ascoltate drammatiche testimonianze di sopravvissuti. Mentre riecheggiavano le parole di papa Francesco: «La tratta delle persone è nn crimine contro l'umanità. Dobbiamo unire le forze per liberare le vittime e per fermare questo crimine sempre più aggressivo che minaccia, oltre alle singole persone, i valori fondanti della società e anche la sicurezza e la giustizia internazionale, oltre che l'economia, il tessuto familiare e lo stesso vivere sociale.
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