CITTADINANZA IN “COMPETIZIONE” CON LE UNIONI CIVILI, RISCHIO RINVIO AL 2016
Lo teme Milena Santerini, deputata di Per l'Italia-Cd e seconda firmataria della proposta centrista per i nuovi italiani. Che precisa: ius soli e ius culturae vanno di pari passo: la frequenza scolastica non va intesa come una "patente di italianità"
www.redattoresociale.it - 25 agosto 2015
MILANO – La proposta di legge sulla cittadinanza doveva essere discussa entro l'estate. Si è rimandato il dibattito a data da destinarsi, purché fosse entro la fine del 2015. Invece i promotori della proposta di legge vedono il rischio di un nuovo rinvio: "Spero che la legge non vada in competizione con la discussione sulle unioni civili", commenta la deputata del Gruppo Per l'Italia – Centro democratico Milena Santerini, seconda firmataria della proposta di legge Marazziti-Santerini sulla cittadinanza. La discussione sulle unioni civili, infatti, complice il Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini, sta guadagnando terreno nell'agenda di governo e c'è il rischio che scalzi un altro argomento "sociale" come la cittadinanza tra le priorità.
Altra concausa del rallentamento della legge, secondo Santerini, è il clima politico che si è creato: "C'è chi continua a parlare di invasione e ha soffiato sul fuoco, spingendo l'esecutivo alla prudenza. Certamente non il nostro gruppo: per noi è una delle leggi prioritarie, insieme al contrasto alle nuove povertà", continua la parlamentare. Altro rischio è il compromesso al ribasso, come accadde già nel 1992, quando si cominciò ad ampliare la cittadinanza.
Nella proposta di legge Marazziti-Santerini, specifica la deputata anche in riferimento a un articolo di Redattore sociale, loius soli temperato va di pari passo con il cosiddetto ius culturae. La frequenza scolastica come via alla cittadinanza, però, non va intesa, come per buona parte della destra, come "una patente di italianità": "Non per il nostro gruppo, che non vede la cittadinanza come qualcosa che si acquisisce, ma che si pratica, – spiega Santerini, che dell'argomento si occupa sia come docente di Pedagogia alla Cattolica di Milano, sia come membro della Comunità di Sant'Egidio. - Per noi la scuola è il luogo dove si acquisiscono gli strumenti per esercitare in modo responsabile la cittadinanza". E vale per tutti: nuovi e vecchi italiani.
Attraverso la scuola, poi, la legge copre chi non è nato in Italia ma comunque ha diritto a diventare italiano. La proposta unitaria depositata il 29 luglio alla Camera prevede che chi arriva entro i 12 anni e frequenta sei anni di scuola può ottenere la cittadinanza. "Deve essere uno strumento per allargare la cittadinanza e non per restringerla", conclude Santerini. (lb)
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