DALLA LIBIA ALL'ITALIA SOLO 2MILA ARRIVI IN PIÙ
da:La Stampa - lunedì31/08/2015
Nessuna invasione nel 2015: nei primi otto mesi si è passati da 112 mila a 114 mila Crolla il numero di siriani. Iniziato il recupero degli 800 corpi dei naufragio di maggio
Solo duemila e ottanta in più rispetto al 29 agosto dell'anno scorso. Siamo a 114.285 migranti arrivati in Italia dal primo gennaio contro i 112.205 dell'anno scorso. Nulla di straordinario rispetto all'eccezionalità del 2014. La Libia continua a essere il porto di partenza di un popolo «arcobaleno» di migranti diretti in Europa, in Italia.
Prepariamoci. Solo nel settembre scorso ne arrivarono ventiseimila, quasi mille al giorno. E dunque già lunedì si terrà una riunione al Viminale per capire cosa fare. Probabilmente se gli analisti confermeranno che il trend si manterrà costante si dovranno reperire altri 30.000 posti letto per settembre.
Intanto, ieri, un comunicato tutto da verificare e sul quale gli stessi funzionari del Dipartimento Immigrazione del Viminale nutrono dubbi, annuncia da Tripoli che sarebbero stati arrestati tre trafficanti di merce umana a Zuwara.
Zuwara, la capitale dei trafficanti di merce umana. Ricorda la Valona albanese, ambedue cittadine che hanno visto centuplicare la ricchezza con i traffici criminali. t la città rivierasca libica sicuramente ha goduto di complicità prima delle forze di polizia di Gheddafi, ora delle milizie islamiste che secondo diversi fonti potrebbero partecipare allo stesso traffico immondo.
Arrivano, dunque. Anzi, continuano ad arrivare anche se in queste ore un imponente flusso migratorio (siriani e iracheni) dal Libano,
dalla Turchia, Grecia e poi attraverso i paesi balcanici è
diretto in Europa.
«Abbiamo apprezzato molto il gesto della cancelliera tedesca Angela Merkel - commenta il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del Viminale che ha portato solidarietà ad Heidenau al Centro per richiedenti asilo oggetto di violenze da parte dei neonazisti. Credo che finalmente l'Europa si sia resa conto che occorre rifondare una vera e nuova politica dell'asilo».
Molti meno siriani
In attesa, questo è il tempo del dolore, delle morti in mare e a terra di un popolo in cerca di libertà e serenità. Sono ormai corpi saponificati, le ottocento vittime del naufragio di maggio. Corpi che cominciano a lasciare la stiva di quel maledetto mercantile, grazie al lavoro di recupero della marina militare: ottanta corpi già riportati a terra in due riprese.
Centinaia di morti per asfissia, per aver respirato nafta dei motori delle imbarcazioni, chiusi nelle stive, mentre altri corpi galleggiano senza vita a poche miglia da Zuwara, la città maledetta.
Popolo «arcobaleno» quello che approda in Italia. Sono trentamila eritrei, quasi quindicimila nigeriani, poco meno di novemila somali e settemila sudanesi.
I siriani sono seimila e cinquecento, fino ad ora. Ma l'anno scorso ne arrivarono quarantaduemila. Una conferma che quel popolo di profughi ha scelto un'altra via per raggiungere l'Europa, la rotta balcanica. Convinta così di superare il Muro di Dublino. Che si è sgretolato con il peso di queste morti. Insopportabili anche per l'Europa, finalmente.