IL 2015, ANNO DEI RIFUGIATI: "LA VERA SFIDA PER IL 2016? LE VIE LEGALI"
Da quando la crisi umanitaria dei profughi è arrivata nel cuore dell’Europa la questione immigrazione è diventata centrale nel dibattito politico, italiano ed europeo. Ma cosa è cambiato realmente? E cosa dobbiamo aspettarci per il 2016? INTERVISTA a Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr
www.agenzia.redattoresociale.it/ - 29 dicembre 2015 - 15:46
ROMA - Un milione di arrivi in Europa, 152 mila persone salvate in Italia, di cui tremila solo negli ultimi giorni. Quello che si sta per chiudere è senza dubbio l’anno dei rifugiati. E non solo nei numeri. Da quando, nel corso dell’estate, la crisi umanitaria dei profughi è arrivata nel cuore dell’Europa, con le immagini di chi tentava di oltrepassare le frontiere nei Balcani, la questione immigrazione è diventata centrale nel dibattito politico italiano ed europeo. Ma cosa è cambiato realmente? E cosa dobbiamo aspettarci per il 2016? Lo abbiamo chiesto a Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa dell’Unhcr (L’Alto commissariato Onu per i rifugiati), impegnata in questi mesi tra l’Italia e la Grecia (dove si è registrato l’afflusso record di profughi).
Sami, partiamo dalla fine per tracciare un bilancio dell’immigrazione in Italia nel 2015. Solo nella settimana di Natale sono state soccorse tremila persone al largo dell’Italia. Gli arrivi dunque continuano in maniera costante, nonostante la stagione invernale, si tratta di un’anomalia?
Gli arrivi degli ultimi giorni hanno molto colpito, ma il dato non è tanto diverso da quello dello scorso anno: a dicembre 2014 sono arrivate 6.700 persone, quest’anno nello stesso mese ne sono arrivate circa 8.400. Ma a novembre abbiamo registrato molte meno persone e a ottobre quasi la metà: in tutto gli arrivi ad oggi sono152mila, in diminuzione dunque rispetto al 2014, quando sono stati 170 mila. In Italia si registra una flessione, e questo è dovuto al fatto che il numero di persone che arrivano dalla Libia si è ridotto drasticamente, soprattutto per quanto riguarda i siriani e gli afgani, che come sappiamo sono più della metà dei rifugiati. Ora partono dalla Turchia e arrivano in Grecia, la rotta si è, infatti, spostata verso il Mediterraneo orientale. Nonostante la diminuzione dei numeri, però, le partenze dalla Libia restano costanti, non ci dobbiamo dunque sorprendere rispetto agli arrivi invernali. L’anno scorso, per esempio, i mesi di gennaio e febbraio sono stati drammatici, ci sono stati molti arrivi,
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