VIA ALLA RICOLLOCAZIONE DI 120MILA PROFUGHI, MA L'UE È DIVISA
di Carlo Lania
Il Manifesto, 23 settembre 2015
Repubblica Ceca, Ungheria e Romania votano contro, come la Slovacchia che annuncia disobbedienza. Alla fine la proposta della Commissione europea passa con un voto a maggioranza, ma quella che esce dal Consiglio dei ministri degli Interni che si è tenuto ieri a Bruxelles è un'Europa profondamente in crisi che vede, forse per la prima volta in maniera così clamorosa, tutte le sue divisioni rese definitivamente ufficiali dall'incapacità dimostrata in cinque mesi nel saper arrivare a una decisione comune su come affrontare l'emergenza profughi. La determinazione dimostrata soprattutto dalla Germania l'ha avuta vinta sull'opposizione dei Paesi dell'est, che fino all'ultimo hanno cercato di bloccare il meccanismo della ricollocazione dei profughi: Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia e Romania hanno votato contro. La Polonia, fino a pochi giorni fa contraria anche lei alle quote, ha invece ceduto e votato a favore. Astenuta la Finlandia. "Avremmo preferito prendere una decisione per consenso, ma alcuni Paesi hanno fatto valere altri punti di vista. Non dubito che metteranno in atto le decisioni prese da una maggioranza molto più grande di quanto previsto dai Trattati", è stato il commento forse troppo ottimistico del presidente di turno, il lussemburghese Jean Asselborn. Il premier slovacco Robert Fico ha infatti fatto sapere subito di non avere alcuna intenzione di rispettare il voto e di voler intentare una causa contro Bruxelles. "Preferisco entrare nella procedura di infrazione piuttosto che rispettare questo diktat della maggioranza", ha dichiarato.
Il voto di ieri prevede che a partire da ottobre tutti i Paesi, anche quelli che hanno votato contro o che si sono astenuti, dovranno dividersi la quota di 120 mila profughi fissata dalla Commissione europea. Non sono più previste sanzioni per quegli Stati che dichiarano di poter accogliere, per motivi giustificati e verificabili, un numero inferiore a quello stabilito, ma avranno la possibilità di vedersi ridurre del 30% la quota prevista solo per il primo anno. Dall'Italia e dalla Grecia, i due Paesi maggiormente interessati dagli sbarchi, verranno ricollocati in tutto 66 mila profughi, mentre per quanto riguarda i 54 mila che avrebbero dovuto essere redistribuiti dall'Ungheria - possibilità rifiutata da Budapest - nei prossimi mesi il Consiglio Ue deciderà se prelevarli sempre da Italia e Grecia o da un altro Paese in difficoltà
segue >1|2
Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies