GESTO DI SOLIDARIETÀ TEDESCA, BERLINO NON APPLICA PIÙ DUBLINO II PER I SIRIANI
di Anna Maria Merlo
Il Manifesto, 26 agosto 2015
Berlino non applica più Dublino II per i siriani e non rimanda chi chiede asilo nel paese di prima accoglienza. La Commissione approva e avverte i 28: troppo pochi 40mila profughi da redistribuire. Berlino non applica più Dublino II per i siriani e non rimanda chi chiede asilo nel paese di prima accoglienza. La Commissione approva e avverte i 28: troppo pochi 40mila profughi da redistribuire. Ma la Bulgaria manda i blindati al confine con la Macedonia e in Ungheria Orban afferma che da lunedì, con la fine della costruzione della barriera alla frontiera con la Serbia, non passerà più nessuno.
La Germania, il paese che oggettivamente ha maggiore bisogno di immigrazione - per la combinazione tra potenza economica e invecchiamento drammatico della popolazione - comincia a muoversi. Il Bamf (Ufficio federale dell'immigrazione e dei rifugiati) ha confermato ieri l'informazione diffusa dall'ong Asylum Information Database: Berlino ha sospeso per i cittadini siriani in cerca di rifugio l'applicazione delle regole di Dublino II, accordo del 2003 che prevede la possibilità di rinvio dei richiedenti asilo nel paese di prima accoglienza.
Di fronte alle mancanze di applicazione delle decisioni prese a giugno da parte di Italia e Grecia, paesi-frontiera, come hanno sottolineato lunedì a Berlino Angela Merkel e François Hollande, la Germania applica la "clausola di sovranità" di Dublino II. Il portavoce del Bamf, Mehmet Ata, ha precisato che le procedure di espulsione per i siriani "attualmente non sono più applicate in pratica" e che fino a fine luglio solo 131 siriani erano stati respinti nel quadro di Dublino II. A Bruxelles, la Commissione ha accolto la decisione tedesca con sollievo, "un atto di solidarietà europea". Per la portavoce Natasha Bertaud, per la Commissione "questo significa riconoscere il fatto che non si possono lasciare gli stati membri situati alle frontiere esterne gestire da soli il gran numero di richiedenti asilo che cercano rifugio in Europa".
La Commissione, che entro fine anno deve presentare un piano di redistribuzione tra i 28, di fronte alle forti reticenze di un gran numero di paesi (soprattutto all'est), sottolinea che la decisione presa a giugno su 40mila profughi da accogliere in modo equo è ormai "una cifra proporzionalmente molto piccola rispetto al numero di persone che arrivano". La Commissione "spera di avere il sostegno delle capitali quando entro fine anno" presenterà "un meccanismo permanente di redistribuzione". Per Bruxelles, la domanda di Merkel e Hollande per una politica di asilo comune nella Ue è "incoraggiante".
La strada è lunga e in salita.
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