STOP AL BURQA, MARONI ACCELERA
AVVENIRE MILANO giovedì 03/12/2015
Stop al velo islamico negli uffici pubblici e negli ospedali lombardi. Il governatore Roberto Maroni accelera sulla proposta della Lega Nord in Consiglio regionale e già accolta dall'assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali. Un'iniziativa che però trova il fermo no da parte del Pd, che fa un discorso più ampio nel coniugare sicurezza e libertà di espressione religiosa. «Non ho nessuna simpatia per il burqa ma la Lega sta solo fomentando una guerra di religione, oltretutto arrogandosi competenze che non ha su temi che sono, e devono essere, regolati a livello nazionale», ha attaccato il capogruppo dem al Pirellone, Enrico Brambilla. «Quante sono le donne che in Lombardia portano il velo integrale e quanto è serio il rischio che una di loro compia atti terroristici?», si è domandato ancora Brambilla, sottolineando poi che «gli assassini di Parigi, a quanto sembra, non hanno scelto abiti tradizionali ma comodi e anonimi vestiti all'occidentale. Questa politica della contrapposizione serve solo ad esacerbare gli animi ed è ciò che fa comodo agli islamisti radicali».
Ma Maroni tira dritto e sempre ieri ha annunciato che già domani la giunta regionale deciderà su un pacchetto di divieti da applicare al più presto, il tutto facendosi forte di una norma nazionale. «Probabilmente venerdì (domani, ndr), verrà modificato il regolamento per l'ingresso nelle strutture sanitarie in modo da introdurre il divieto di ingresso con burqa o altri tipi di velo», ha confermato ieri Maroni.
«Noi abbiamo un regolamento che stabilisce le condizioni per entrare negli ospedali - ha spiegato il governatore -, il regolamento non prevede espressamente di vietare l'ingresso a chi è mascherato o porta il velo, siccome la legge nazionale c'è, adegueremo il regolamento per impedire che si possa entrare negli ospedali con il velo, il burqa e cose del genere». Proprio sull'esistenza di una legge nazionale e sull'esigenza di farla rispettare, senza farne di nuove il governatore si è poi detto d'accordo con il leader del Carroccio Matteo Salvini: «Condivido pienamente le parole del mio segretario federale - ha concluso detto - e lo faremo nella prossima giunta, probabilmente venerdì».
Davide Re
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