MIGRANTI, LE PROMESSE DI RENZI POSSONO ATTENDERE
di Rachele Gonnelli
Il Manifesto, 3 ottobre 2015
Tre anni e non basta ancora. La nuova legge sulla cittadinanza, attesa dal 2012 quando furono raccolte oltre 200 mila firme dalla campagna L'Italia sono anch'io, promessa dallo stesso Renzi non ancora premier, e su cui è stato raggiunto un accordo di maggioranza e un testo unico in commissione Affari costituzionali, per altro giudicato a ribasso dalle associazioni della società civile, slitta nel calendario della Camera.
La discussione in aula sarebbe dovuta iniziare la prossima settimana ma, come assicura Dorina Bianchi dell'Ncd, a causa dei ritardi su altri provvedimenti, non se ne parlerà fino a metà mese. "E non è detto che non ci siano ulteriori sorprese negative", afferma preoccupato Giulio Marcon, deputato di Sel, presentando il rapporto Watchdog dell'associazione Lunaria che monitora gli ultimi sei mesi di attività parlamentare su immigrazione, asilo, discriminazioni e razzismo.
Sono 98 le proposte di legge fin qui presentate in Parlamento, incluso quella di istituire una Giornata della memoria delle vittime dell'immigrazione il 3 ottobre, in memoria dei 366 morti di due anni fa a largo di Lampedusa, e quattro le leggi approvate su questa materia, ma è sicuramente quella che stabilisce nuove norme sulla naturalizzazione degli stranieri, minori inclusi, la più attesa. "Concordo sul fatto che quasi sei milioni di stranieri in Italia siano decisamente troppi, nel senso che almeno un milione di questi dovrebbero essere già cittadini italiani a tutti gli effetti", dice Enrico Pugliese, uno dei più autorevoli studiosi italiani di flussi migratori.
Purtroppo nel compromesso tra Pd, Ncd, Scelta civica e Popolari per l'Italia è stata introdotta sotto mentite spoglie una clausola restrittiva sul reddito per la naturalizzazione dei minori nati in Italia: potranno ottenerla solo quelli con almeno un genitore titolare di permesso di soggiorno Ue di lungo periodo e questi permessi "lunghi" hanno requisiti stringenti su reddito e alloggio. Una discriminazione tra ricchi e poveri che di certo non avrebbe passato il vaglio dei padri costituenti.
"C'è una fissazione di parte dei legislatori sul dare la cittadinanza solo ai meritevoli che lascia stupefatti - dice ancora Pugliese - quando non è difficile presumere che due terzi dei parlamentari non riuscirebbero a superare i test a cui devono sottoporsi gli stranieri adulti"
segue >1|2
Login
Webmaster CGIL Lombardia: Via Palmanova 22 - 20132 Milano | e-mail: cgil_lombardia@cgil.lombardia.it | telefono 39 02 262541 | fax 39 02 2480944 | CGIL LOMBARDIA Codice Fiscale : 94554190150 Web Privacy Policy e Cookies