MIGRANTI, ACCORDO UE SULL'EMERGENZA BALCANI
Avvenire.it - 26 ottobre 2015

Primo passo avanti nel tentativo di rallentare e gestire l'esodo finora incontrollato dei migranti in marcia verso l'Europa lungo la Rotta balcanica. Dopo un avvio teso delle discussioni con Croazia, Slovenia, Ungheria e Bulgaria e un forte pessimismo a metà del minivertice sulla capacità di arrivare a un risultato, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è riuscito a strappare in extremis un accordo in 17 punti operativo da subito. Principi chiave: la registrazione dei migranti che altrimenti non avranno diritti e la creazione di 100mila posti di accoglienza, di cui 50mila in Grecia e altri 50mila nei Paesi lungo i Balcani.
"Ora bisogna mettere in pratica questi impegni", perché "in Europa i problemi degli uni sono i problemi degli altri", ha ammonito Juncker, sollevato che alla fine "lo spirito europeo" sia prevalso. Perché, ha tuonato, è "inaccettabile che nel 2015 la gente sia lasciata dormire nei campi e attraversare fiumi con l'acqua sino al petto in temperature glaciali".
I punti operativi del piano prevedono innanzitutto l'assistenza per i migranti: riparo, acqua, cibo, assistenza sanitaria. Gli Stati avranno il sostegno dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e se necessario del meccanismo europeo di protezione civile. Poi la gestione dei flussi: per prima cosa, i Paesi dovranno scambiarsi quotidianamente le informazioni su chi entra ed esce, mentre saranno creati 100mila nuovi posti di accoglienza sempre con il sostegno Ue e Onu, mentre interverranno poi anche Bei e Berd.
"Il ricollocamento dei rifugiati in tutti gli stati membri è un dovere, ma perché questo sia possibile infrastrutture di accoglienza devono essere messe in piedi dove ci sono gli hotspot", ha affermato l'Alto commissario Onu ai rifugiati Antonio Guterres. Nessun Paese potrà quindi più scaricare in massa i migranti alle frontiere dei vicini senza prima il loro accordo, mentre questi dovranno essere registrati
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