FNP-CISL SPI-CGIL UILP-UIL  BERGAMO

POTERE D’ACQUISTO AI PENSIONATI?

L’ISTAT ha sancito che le pensioni nel 2009 hanno permesso ai pensionati di introitare lo 0,1% in più al mese, una cifra che ora l’INPS sta recuperando. Infatti l’aumento provvisorio sulle pensioni del 2009 era stato calcolato al 3,3% ma l’accertamento definitivo lo ha ridotto al 3,2%. Bisogna quindi restituire lo 0,1% mensile riscosso indebitamente.

Si annulla così a gennaio l’aumento dello 0,7% previsto alla faccia delle tante promesse fatte da un Governo, debole coi forti (basti pensare alla gestione dello scudo fiscale) ed inesorabile coi deboli, un Governo che fino ad oggi non ha ascoltato le rivendicazioni sindacali che riguardano innanzitutto la riduzione del carico fiscale che grava sui lavoratori e sui pensionati che in questo Paese contribuiscono ad introiti fiscali per più dell’80% . Da tempo infatti il Sindacato chiede una revisione delle aliquote fiscali e un diverso paniere tarato sui consumi specifici delle persone anziane.

Per effetto di tali “ aumenti/recuperi” si legge nel comunicato stampa diffuso da FNP-SPI-UILP - le pensioni minime a gennaio scenderanno da 458,20 a 455,25 mentre a febbraio saliranno a 461,41 €: un incremento di 11 centesimi in più al giorno. Invece le pensioni da mille euro al mese aumenteranno di ben 24 centesimi al giorno, soggetti a tassazione, per cui, malgrado le promesse, aumenterà la pressione fiscale sulle pensioni”.
Riflessioni amare: occorre ricordare che già oggi, secondo l’Ocse, in Italia le pensioni sono tassate in misura doppia rispetto alla media europea.

I Sindacati dei pensionati avevano chiesto, per evitare questa situazione, uno spostamento della parte da restituire a quando ci saranno dei risultati positivi in termini di minor tassazione fiscale ma anche questa minima richiesta è stata ignorata.

La media delle pensioni si attesta sui 750 € mensili e va ricordato che negli ultimi 15 anni la perdita del potere d’acquisto è quantificabile intorno al 30%.

L’incremento ISTAT da solo non mantiene il valore del reddito, servono meccanismi e interventi diversi, serve un serio confronto con il Governo e soprattutto la volontà di risolvere il problema.

L’anno in corso sarà ancora più problematico per i bilanci familiari che, solo per gli aumenti diretti, pagheranno maggiori spese annuali per oltre 600 €.

Inoltre i drammatici dati relativi alle ore di Cassa integrazione che hanno raggiunto i 900 milioni di ore e l’ulteriore aumento dei disoccupati, comporteranno ulteriori drammi sociali ed individuali , con caduta del potere di acquisto delle famiglie italiane e contrazione dei consumi che influiranno negativamente sulle produzioni e sul mercato.

La soluzione non più rinviabile non potrà che essere quella di un processo di detassazione che compensi il minor reddito e, come promesso dal Governo, un blocco delle tariffe per tutto l’anno 2010. Ricordiamo che i dati diffusi ieri dall’ISTAT sanciscono un incremento dell’1.6% da ottobre 2009.

Il valore sociale delle nonne e dei nonni che in questo momento di difficoltà fungono da ammortizzatori sociali e contribuiscono aiutando anche economicamente i figli che perdono il posto di lavoro, sono la testimonianza vera e concreta di presenza e richiederebbe da parte dei nostri Politici maggiore sensibilità per dare dignità e qualità di vita anche ai cittadini pensionati, in particolare quelli che vivono sotto la soglia di povertà.

Bergamo, mercoledì 13 gennaio 2010
 

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