Entrato in vigore il 29 luglio il contratto integrativo biennale nazionale

LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA, FP-CGIL: “CON ACCORDO TRA MINISTERO, FP-CISL E 2 PICCOLI SINDACATI AUTONOMI, DANNI SIA AI LAVORATORI CHE AGLI UTENTI”
Anche a Bergamo, Tribunale e Procura si attrezzano

Bergamo, mercoledì 4 agosto 2010

A mesi di distanza dall’accordo raggiunto a dicembre, è entrato in vigore il 29 luglio scorso il contratto integrativo biennale nazionale dei lavoratori del Ministero della Giustizia, cioè i dipendenti di Procure e Tribunali di tutt’Italia. Sottoscritto da alcune sigle sindacali (FP-CISL, CONFSAL-UNSA e Federazione Intesa) per riformare l’ordinamento professionale dell’Amministrazione Giudiziaria, sin dall’inizio è stato definito dai sindacati non firmatari “sbagliato per i lavoratori che verrebbero mortificati e dequalificati”.

Modifica di funzioni, di mansioni, nuove responsabilità senza riconoscimenti giuridici né economici, “demansionamento”, come tecnicamente si definisce la dequalificazione del personale: “L’accordo interviene pesantemente nell’organizzazione del lavoro attraverso una grande mortificazione delle professionalità, ad esempio dequalificando 7900 cancellieri e 1800 ufficiali giudiziari in tutt’Italia a cui verranno sottratte funzioni attribuite dal contratto precedente e dalla legge” commenta Giovanni Martina della segreteria provinciale della FP-CGIL di Bergamo. “Produce, poi, confusione nell’organizzazione del lavoro, dunque nell’efficienza ed efficacia dell’attività stessa degli uffici di Tribunali e Procure. Tra qualche settimana ne vedremo le conseguenze e il danno all’utenza. Qual è la ratio di questo accordo, mi viene da chiedere, in particolare alla CISL? Non mi sorprendono le ragioni del Governo, che da tempo mira a rendere sempre più precario il funzionamento del sistema della Giustizia, ma non quelle di un’organizzazione sindacale”.

Per il Tribunale e la Procura di Bergamo lavorano 144 persone. Per non creare caos negli uffici, il Dirigente amministrativo del Tribunale e il Procuratore con due note di fine luglio hanno autorizzato i lavoratori a continuare a svolgere le mansioni assegnate in precedenza sino a nuovo ordine di servizio.

Le organizzazioni sindacali non firmatarie FP-CGIL, UIL-PA, FLP, RDB-CUB hanno chiesto ufficialmente, all’indomani dell’entrata in vigore del contratto integrativo, alle più alte cariche dello Stato a partire dal presidente Napolitano di intervenire al più presto per impedire la mortificazione di migliaia di lavoratori e il caos negli uffici giudiziari italiani.

Contro l’accordo integrativo nazionale (ma anche contro le carenze di organico aggravate dai tagli previsti dal Decreto Brunetta) i lavoratori della giustizia di Bergamo erano scesi in protesta nei mesi scorsi con una serie di presidi e partecipando il 5 febbraio ad uno sciopero nazionale (con un’altissima adesione, che ha obbligato alla chiusura degli uffici della procura).

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