CAMERA DEL LAVORO DI PAVIA

Lettera aperta

LE REGOLE DELLA LIBERTA’

 

La Camera del Lavoro di Pavia esprime soddisfazione per l’attività svolta in questi mesi dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine che ha consentito di fare emergere le attività criminali di stampo mafioso che hanno colpito la Lombardia e la provincia di Pavia.

Il quadro preoccupante che emerge va valutato con attenzione in attesa che le indagini si concludano e che vengano definite con certezza le responsabilità collettive ed individuali.

Ciò non impedisce che, da subito, chi ha responsabilità istituzionali, politiche, sociali e morali si interroghi sul proprio agire, per costruire più solidi anticorpi contro la cultura dell’illegalità.

Non è possibile avere un atteggiamento passivo; lasciare solo al prezioso lavoro degli inquirenti il compito di far vincere i “buoni” sui “cattivi” e di ritornare in fretta alla “normalità”.

Gli evidenti intrecci tra criminalità organizzata, politica e affari, chiama in causa chi ha responsabilità collettive nell’affrontare un tessuto sociale frantumato, nel quale sono stati violati valori, principi, regole democratiche di convivenza.

Per questo c’è bisogno che ognuno faccia la sua parte, anche il sindacato, anche la CGIL.

Per noi ciò significa continuare a rafforzare la cultura della legalità.

Vuol dire essere più intransigenti con chi trasforma un diritto in favore, con chi guarda con fastidio a chi protesta per un diritto negato sia che ciò accada in un luogo di lavoro sia nella società più in generale.

Vuol dire combattere contro la regola del massimo ribasso negli appalti pubblici, perché la giusta necessità di contenere i costi a volte si trasforma in lavoro nero, nel non rispetto dei contratti di lavoro e delle norme antinfortunistiche.

Vuol dire guardare con più attenzione alle eccellenze che nella nostra provincia pur vi sono. A partire dal polo sanitario, così importante, all’ASL di Pavia, duramente colpita dalle indagini in corso e, nonostante ciò, avvolta da un silenzio assordante a partire dalle responsabilità che sono in capo a Regione Lombardia.

Vuol dire guardare con più attenzione al sistema universitario, altra eccellenza pavese. Ciò significa chiedere loro, a partire dal Magnifico Rettore, di uscire dal proprio castello dorato, di “sporcarsi le mani” con i vizi e le virtù della comunità che li circonda. Di essere, insieme agli altri, promotori della cultura della legalità, guardando ai giovani, così come avvenuto col progetto “Le regole della Libertà” che ha coinvolto molte scuole nel comune di Pavia.

Vuol dire incalzare chi, uomini politici o rappresentanti imprenditoriali che, forse per timore di guardare in faccia la realtà, fino a pochi giorni fa continuavano a dire che a Pavia non c’era criminalità organizzata.

A tal fine sarebbe di grande utilità venire a conoscenza delle conclusioni a cui è giunta la commissione del comune di Pavia che proprio su questi temi ha lavorato.

Su tutto ciò non possiamo permetterci di essere superficiali ed è per questo che, a settembre a Pavia, la nostra Camera del lavoro insieme alla CGIL Lombardia e alla CGIL Nazionale terrà una giornata di approfondimento e di riflessione, per migliorare se stessa e per chiedere agli altri di fare la loro parte.

Il Segretario Generale
Renato LOSIO

Pavia, 15 luglio 2010

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