FP CGIL LOMBARDIA
SCIOPERO GENERALE CGIL 25 GIUGNO 2010:
INSIEME IN PIAZZA, PERCHÉ LOTTARE NON È INUTILE
Nota di Florindo Oliverio, Segretario Generale FP CGIL Lombardia
In queste ore si moltiplicano le iniziative in tutti i territori della Lombardia in preparazione dello sciopero generale CGIL del 25 giugno prossimo.
Cresce la consapevolezza che la manovra varata dal governo, colpendo in particolar modo le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego, vuole definitivamente abbattere il sistema dei servizi per i cittadini. Servizi che oggi dovrebbero ancor più sostenere quanti, duramente colpiti dalla crisi, ricercano nelle amministrazioni pubbliche risposte ai propri bisogni più materiali, dal pagamento di indennità a sostegno del reddito per i lavoratori in cassa integrazione, in mobilità o tornati alle condizioni di inoccupazione, alle prestazioni socio-sanitarie e assistenziali, per un figlio minore, per una madre anziana, per disabili, per quanti vivono in condizioni di disagio.
Il lavoro pubblico è infatti questo. Dietro alle facili rappresentazioni farsesche vi sono migliaia di donne e uomini che quotidianamente garantiscono servizi e diritti ai cittadini. Quei servizi e quei diritti che oggi il governo vuole irrevocabilmente cancellare. Quei servizi che, troppo spesso, sono ora possibili anche grazie al lavoro precario.
E non lo dice più solo la CGIL. Se n’è accorto persino Formigoni: con i tagli alle Regioni e agli Enti locali si cancellano ad esempio i servizi sanitari, per tutti, anche in Lombardia, dove in sanità non vi sono quegli sprechi che caratterizzano altre aree del paese. Con i tagli alle regioni capita che anche in Lombardia servizi elementari – e pur basilari – per i cittadini, come quelli del trasporto pubblico locale – i chilometri e chilometri della rete ferroviaria regionale, quotidianamente utilizzata dal mondo dei pendolari lombardi –, potranno essere bloccati anziché potenziati nei vari collegamenti.
Lottare non è inutile!
In questi giorni le forze di governo mostrano crepe. Dopo la manifestazione dei lavoratori pubblici CGIL dello scorso 12 giugno a Roma i parlamentari hanno cominciato a guardare alla manovra non più come a qualcosa di intoccabile e immodificabile. Oltre 2500 gli emendamenti presentati al decreto legge, di cui più della metà dalle stesse forze di governo.
Parte di quegli emendamenti sono frutto diretto della mobilitazione che – finora da sola – la CGIL ha messo in campo.
Si parla, ad esempio, di come il blocco del turn over nel pubblico impiego forse non dovrà più riguardare il comparto della Sanità.
Contro i tagli dei finanziamenti a Regioni ed Enti locali è in atto un’importante iniziativa proprio dei Sindaci e dei Presidenti delle Regioni (senza distinzione tra centro-sinistra e centro-destra).
Proprio ora, dunque, non può venire meno, ma anzi va rafforzata la nostra capacità di mobilitazione, perché un’altra manovra è possibile.
La CGIL è in campo con proposte alternative, perché la crisi non la paghino i soliti noti, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Perché si risponda al blocco dei contratti pubblici e del turn over con un vero confronto con le organizzazioni sindacali, per un piano per il lavoro che rilanci l’azione del pubblico a sostegno delle famiglie, dei lavoratori, dei più deboli, facendo pagare di più a chi più ha.
Lo sciopero del 25 giugno non è solo l’azione di contrasto del mondo del lavoro pubblico. Innanzitutto riguarda da vicino anche i lavoratori privati che operano nei servizi di pubblica utilità, quelli da sempre sfruttati e spogliati dei diritti fondamentali, di lavoratori e cittadini – come nelle cooperative sociali –, e che ora vedono messo seriamente in discussione anche il proprio posto di lavoro. Ma è ormai evidente che si vogliono riscrivere le regole fondamentali del patto costituzionale: la controriforma Brunetta sul lavoro pubblico prima e la manovra economica del governo poi, e ora anche la vicenda di Pomigliano d’Arco, con l’accordo proposto dalla FIAT per ritornare a produrre in Italia… Si minano così alla base le regole democratiche, si negano il ruolo di rappresentanza del sindacato e il diritto individuale dei lavoratori a manifestare il proprio dissenso rispetto alle azioni del governo e delle imprese.
Per questo lo sciopero di venerdì 25 giugno deve essere una grande iniziativa di mobilitazione per difendere i diritti fondamentali del mondo del lavoro e per la democrazia del nostro paese.
La Funzione Pubblica CGIL Lombardia, unitamente alle compagne e ai compagni della Federazione Lavoratori Conoscenza CGIL Lombardia saranno in piazza con striscioni comuni.
Chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori pubblici e della conoscenza, a quelli privati che operano nei servizi di pubblica utilità, ma anche a tutti gli altri lavoratori e ai cittadini, di unirsi a noi nel corteo che muoverà dai bastioni di Porta Venezia a Milano (davanti al Museo Civico di Storia Naturale, nelle vicinanze della linea metropolitana MM1 Palestro) per concludersi in piazza Duomo.
L’appuntamento è dietro il camion con gli slogan della FP CGIL e della FLC CGIL.
Saremo numerosi e proseguiremo la nostra lotta fino a cambiare questa manovra iniqua e ingiusta.
Milano, 23 giugno 201
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