FILT CGIL LOMBARDIA 

Milano, 7 settembre 2010

93° GIORNO SENZA STIPENDIO

COMUNICATO STAMPA (FILT-CGIL): IN RISPOSTA AL COMUNICATO CARREFOUR. LA LOTTA COMINCIA A PAGARE. DOMANI VERRANNO DISTRIBUITI DALLA FILT-CGIL I PRIMI GENERI ALIMENTARI.

Continua la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del magazzino GS-Carrefour di Pieve Emanuele. Dopo il centro commerciale di viale Monza questa mattina le lavoratrici e i lavoratori si sono presentati al GS-Carrefour di v.le Brenta. Cinquanta carrelli in fila indiana hanno fatto la spesa con beni di prima necessità. I lavoratori alle casse hanno chiesto un anticipo sulle tre mensilità che sono loro dovute e che ancora non gli vengono versate. La dirigenza GS-Carrefour, noncurante delle condizioni drammatiche delle famiglie dei lavoratori, si è rifiutata di anticipare parte delle retribuzioni nonostante i lavoratori insieme alla FILT-CGIL hanno mostrato le due sentenze che obbligano il reintegro dei lavoratori dall’inizio di agosto e che ancora oggi vengono disattese.

Prosegue la raccolta di generi alimentari e contributi monetari a sostegno di queste famiglie sia presso la sede sindacale di via San Gregorio 48 sia presso la C.ra del Lavoro di C.so di Porta Vittoria. Ancora questa mattina cittadine e cittadini informati della barbarie a cui sono costretti questi lavoratori hanno portato generi alimentari non deperibili e prodotti per l’infanzia.

Apprendiamo finalmente dal comunicato GS-Carrefour la volontà di agire nei confronti del consorzio Gemal e della cooperativa R.M.: finalmente il gruppo italo – francese esce da un’ambiguità non più sostenibile. Ora chiediamo che il gruppo GS-Carrefour dia delle garanzie sul reintegro dei lavoratori nei magazzini di Pieve Emanuele presso soggetti che detengano ancora la commessa di GS-Carrefour. Commessa dalla quale i lavoratori sono stati estromessi con violenza e non per libera scelta. Continueremo la mobilitazione in forme ancora inedite. Alla violenza imposta ai lavoratori continueremo ad opporre la non violenza e la creativitá della nostra lotta. Nelle prossime ore sarà inviata una lettera alla direzione centrale di Carrefour in Francia perché anche oltralpe si sappia di cosa sta accadendo in Italia, in totale spregio delle leggi del nostro paese. Carrefour rischia di apparire come un supporto al crocevia di cooperative fantasma e consorzi in cui non si capisce chi prende le decisioni e chi si assume le responsabilità.

Quello scritto nel comunicato di oggi dal gruppo GS-Carrefour non risponde al vero (noi c’eravamo!) per tre ragioni:

1) la cooperativa Gioventù non ha mai voluto aprire una trattativa con il sindacato. Se ci fosse questa volontà noi saremmo immediatamente disponibili. Continuiamo a non essere disponibili alla cancellazione dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Non è vero che ai lavoratori sono state proposte le condizioni del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro ma l’abbattimento dei diritti previsti dal contratto. La cosiddetta riorganizzazione del lavoro era semplicemente l’applicazione di un livello di cottimo come unica condizione per mantenere il proprio posto di lavoro. Veniva chiesto al sindacato, in caso di non raggiungimento del livello di cottimo individuale, il placet all’allontanamento del singolo lavoratore. Il gruppo GS-Carrefour è consapevole di essere dalla parte del torto: anche questa mattina invece di fidarsi dell’esemplare lavoro delle forze dell’ordine preferisce affidarsi a guardie private che si infiltrano tra i lavoratori, a quale scopo non ci è chiaro.

2) Ai lavoratori in questi mesi non è stata fatta alcuna offerta. Al contrario, sono state chiuse loro le porte in faccia quando a seguito delle sentenze volevano ritornare nei loro posti di lavoro.

3) La proposta di riduzione del tasso di “assenteismo” si riduceva alla cancellazione del diritto alla malattia retribuita per i primi tre giorni, al contrario il sindacato denuncia che l’assenteismo è dovuto ai turni massacranti a cui sono obbligati i lavoratori, costretti a lavorare fino a 14 ore al giorno.

 

Prendiamo atto che il gruppo GS-Carrefour non ha ridotto il valore dell’appalto, ma non ci è chiaro come un appalto di 3,5 milioni di euro possa essere affidato ad una società il cui capitale sociale ammonta a 30.000 euro dentro la quale un intreccio inestricabile di scatole cinesi drenino così ingenti risorse. Su questo il gruppo GS-Carrefour pensiamo debba ancora dare risposte.

Domani a partire da mezzogiorno verranno consegnati alle famiglie dei lavoratori alcuni pacchi di alimentari frutto della catena di solidarietà che la CGIL è riuscita a mettere in campo. Ancora oggi continuano a proporci l’apertura di una cassa integrazione ingiustificata sia perché ancora oggi a Pieve Emanuele ci sono lavoratori che lavorano oltre il loro orario di lavoro, sia perché è una furbizia scaricata sul futuro dei lavoratori che dal 31.12.2010 rimarrebbero senza lavoro. Noi non possiamo scaricare queste furbizie né sulle spalle dei lavoratori, né sulle spalle dei contribuenti in totale scherno a quegli imprenditori che responsabilmente hanno davvero affrontato la crisi economica in concerto con il sindacato. Di quale crisi stiamo parlando per i magazzini di Pieve Emanuele che continuano a lavorare a pieno regime?!

 

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