CGIL BERGAMO

BREMBO, VINTA ANCHE LA SECONDA DI QUATTRO CAUSE PILOTA AVVIATE DELL’UFFICIO VERTENZE CGIL DI BERGAMO  CONTRO L’AZIENDA DI ALBERTO BOMBASSEI

Anche in questo caso, un contratto a tempo determinato risultato “illegittimo”

Bergamo, giovedì 7 ottobre 2010

Due su quattro e ancora non è finita: con una sentenza emessa questa mattina, il Tribunale del Lavoro di Bergamo ha dato ragione all’Ufficio Vertenze CGIL nella seconda delle quattro cause individuali pilota contro Brembo spa, l’azienda del vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei, per l’utilizzo di contratti a tempo determinato (spesso stipulati dopo un percorso di contratti somministrati ripetuti) fra il 2006 e il 2008.

A metà giugno era arrivata la prima vittoria, con la sentenza emessa sul caso di N. E., cittadino senegalese.

Il procedimento che si è concluso oggi, invece, riguarda K. M., un cinquantatreenne residente a Presezzo, anch’esso di origine senegalese. Il lavoratore era stato alle dipendenze dirette della Brembo di Mapello come operaio di secondo livello con due contratti a tempo determinato e più proroghe dal febbraio 2007 al settembre 2008.

La causa, promossa con ricorso depositato il 4 maggio 2009, era stata avviata perché il lavoratore e l’Ufficio Vertenze CGIL erano convinti dell’illegittimità anche di questo contratto. La sentenza pronunciata oggi dalla dottoressa Monica Bertoncini ha stabilito, in effetti, che il secondo contratto di K.M. era illegittimo, ha accertato, invece, l’esistenza di un rapporto di lavoro indeterminato e ha condannato Brembo al pagamento di tutte le retribuzioni maturate dal momento della contestazione attraverso l’Ufficio Vertenze. Anche in questo caso il lavoratore ha diritto ad un posto fisso, un contratto a tempo indeterminato.

“Il Tribunale ci ha dato ragione anche in questa seconda delle quattro cause individuali pilota che abbiamo avviato per invalidare la legittimità dei contratti instaurati in Brembo fra il 2006 e il 2008” spiega Carmelo Ilardo, responsabile dell’Ufficio Vertenze della CGIL di Bergamo. “Il contrasto all’abuso della precarietà è diventato la nostra priorità. In questa vicenda, sin dall’inizio ci è sembrato opportuno impugnare questi casi perché, da una prima analisi dei contratti e dalle informazioni ricevute da lavoratori e RSU, abbiamo ritenuto pretestuose le motivazioni utilizzate per ricorre ai contratti a tempo determinato alle proroghe, che spesso arrivavano dopo un percorso di vari contratti in somministrazione. Lo ripetiamo anche in questa occasione: stimiamo che ci siano circa 150 persone che sono state, in quegli anni, inquadrate con questo tipo di contratti”.

Nel frattempo alle prime quattro cause pilota se ne sono aggiunte altre quattro.

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