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CGIL BERGAMO
Terminato poco fa il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro
CONTRATTAZIONE, DEMOCRAZIA, RAPPRESENTANZA E I FATTI DI TREVIGLIO OGGI NELLA SEDUTA DELL’ORGANISMO DIRETTIVO DELLA CGIL DI BERGAMO
Molti gli interventi, due i documenti sottoposti al voto
Bergamo, lunedì 4 ottobre 2010
È stato un Comitato Direttivo lungo e con molti interventi (24, per la precisione), sui temi della contrattazione, della democrazia e rappresentanza sindacale, ma anche sui recenti eventi accaduti a Treviglio, davanti alla sede della CISL, durante la manifestazione dei lavoratori della Same: la seduta di oggi dell’organismo dirigente della CGIL di Bergamo si è conclusa circa un’ora fa con la votazione dei due documenti presentati e illustrati, il primo, da Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL di Bergamo, il secondo, da Eugenio Borella, segretario generale provinciale della FIOM-CGIL.
Il Comitato Direttivo ha approvato il primo dei due, con 41 voti a favore (il secondo documento ha raccolto 13 voti, 1 membro del Comitato si è astenuto). Trovate il documento approvato in allegato.
Nella sua relazione introduttiva Luigi Bresciani, segretario generale provinciale della CGIL, ha detto: “Negli ultimi tempi, le proteste registrate nel nostro Paese sono state numerose e proprio perché tali, hanno sofferto un effetto di grande dispersione. La globalizzazione ha scombinato tutto il quadro del mondo del lavoro. Ecco perché le risposte da dare, anche ai lavoratori, vanno costruite in un modo del tutto nuovo, innovativo, e soprattutto insieme, non da soli. Insieme significa all’interno della CGIL, ma insieme vuol dire anche con gli altri, con CISL e UIL.
Negli ultimi mesi, sono stati rinnovati 56 contratti nazionali, a mio avviso buoni. Tutti di valore, tranne uno, quello che la FIOM-CGIL ha fatto bene a non firmare. La firma di tutti questi contratti dimostra che le controparti padronali hanno voluto arrivare agli accordi,
e ci sono voluti arrivare con la CGIL.
Per noi è centrale la questione della contrattazione che, siamo convinti, debba comunque essere innovata: stiamo cercando di discutere su come farlo, abbiamo avviato il dibattito durante i lavori del seminario di Todi che è andato verso l’elaborazione di una proposta, ancora da costruire, in cui si prevedano contratti nazionali con caratteristiche più europee, meno numerosi, più leggeri su orari, inquadramenti e flessibilità.
Siamo, d’altra parte, convinti che la FIOM-CGIL non possa essere lasciata sola. Perché il vulnus vero, in tutta questa vicenda, è che chi decide del destino contrattuale degli altri non ha permesso ai lavoratori di votare quanto deciso. Come abbiamo scritto nella nota di segreteria di venerdì, le questioni vere, collegate oggi al dibattito sulla contrattazione, sono quelle della democrazia e delle rappresentanza. Su di esse ribadiamo l’invito a CISL e UIL di Bergamo ad un’iniziativa congiunta. Io sarò a Roma con la FIOM il 16 ottobre. Sulle vicende di Treviglio, nulla giustifica quanto è accaduto, quei comportamenti andavano evitati, sono stati un errore e hanno provocato danni all’immagine della CGIL. Quello che c’è da rilevare è che quando ci sono divisioni tra i sindacati, democrazia e rappresentanza diventano ancora più urgenti, in quei casi ricorrere al vaglio dei lavoratori è ancora più vitale”.
Il segretario Bresciani ha, poi, invitato il segretario della FIOM-CGIL Borella ad esprimere dissenso in merito agli eventi di Treviglio.
Dopo la relazione di Bresciani, proprio il segretario generale provinciale della FIOM-CGIL, Eugenio Borella, ha preso la parola, affrontando la questione della manifestazione di Treviglio e rispondendo alla domanda che spesso, in questi giorni, si è sentito rivolgere: “Perché ero là? È stata una scelta difficile, ma motivata da una convinzione profonda: credo che un dirigente sindacale abbia la responsabilità di trovarsi in piazza quando in piazza ci sono i lavoratori.
Ci ho pensato a lungo, anche dopo quello che è accaduto. Non condivido quanto è successo a Treviglio. Non si è trattato di un assedio, ma si è tenuto un comportamento che era meglio evitare, un comportamento al di sopra delle righe e non condivisibile. Ribadiamo, lo si ricordi, che da due anni la democrazia nelle fabbriche è negata. Da due anni i lavoratori della Same, in occasione di iniziative di lotta, ci sono, partecipano sempre. A questi e agli altri lavoratori non è stato permesso di svolgere un referendum sul proprio contratto, sui nuovi assetti contrattuali, né sulle deroghe. Durante le assemblee unitarie degli ultimi mesi i delegati degli altri sindacati ripetevano ‘deroghe mai’. Eppure sono state firmate, anche questa volta senza il coinvolgimento dei lavoratori. Abbiamo chiesto di svolgere assemblee unitarie su questo tema, ma è risultato difficilissimo organizzarle. La rabbia e l’esasperazione dei lavoratori esiste, non può essere negata. I lavoratori, la scorsa settimana, erano in piazza per difendere il contratto nazionale. La mancanza di democrazia ha prodotto il fatto che a questi lavoratori resti solo la piazza per protestare. Proteste che devono essere e restare civili, nella speranza che presto si arrivi a definire regole sulla democrazia in tutti i luoghi di lavoro”.
A proposito del documento presentato da Borella, il segretario generale FIOM-CGIL ha specificato: “Siamo arrivati al Direttivo con un documento alternativo che si distingue dall’altro sulla questione del referendum: per noi è indispensabile che la discussione aperta dalla CGIL a Todi sul modello contrattuale e la futura proposta che ne verrà vengano poi sottoposte a vincolante referendum dei lavoratori e delle lavoratrici. Il nostro documento, inoltre, menzionava la necessità ‘nei tempi e nei modi più opportuni della proclamazione di uno sciopero generale da parte della CGIL’”.
Ai lavori ha partecipato anche Giacinto Botti della segreteria della CGIL Lombardia.
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