CGIL BERGAMO

Dopo la rottura estiva delle trattative sul Premio
UBI BANCA, NUOVO INCONTRO MERCOLEDÌ PROSSIMO
Sul tavolo: pressioni commerciali, di nuovo il Premio aziendale e politiche di sviluppo

Bergamo, lunedì 27 settembre 2010

In discussione ci sarà il Premio, ma anche questioni come le forti pressioni commerciali subite dai lavoratori e le politiche di sviluppo dell’istituto bancario: riprende questa settimana il confronto fra sindacati e dirigenza di UBI con un incontro fissato per mercoledì 29 settembre, alle ore 10.00 nella sede di via Fratelli Calvi a Bergamo.

Proprio sul Premio aziendale, quest’estate, si erano rotte le trattative, poi riavviate il 16 settembre scorso, alla presenza del Consigliere Delegato di UBI, Victor Massiah. “In tre anni non era mai successo. Evidentemente le assemblee coi lavoratori, i volantini e i comunicati hanno fatto effetto” dice Paolo Zanchi, segretario generale provinciale della FISAC-CGIL.

Durante il confronto di dieci giorni fa le organizzazioni sindacali (FISAC-CGIL, Dircredito, FABI, FIBA-CISL, Sinfub, UGL e UILCA-UIL) hanno esposto tutti i nodi critici rilevati nelle oltre 50 assemblee svolte con i lavoratori e relative al “clima” e alle condizioni organizzativo-produttive del Gruppo, ai problemi interni, in particolare alle pressioni commerciali (un sistema insostenibile di imporre il budget, telefonate prepotenti dei capi area, minacce di trasferimento, classifiche fra filiali, richieste di report manuali, capi filiale spogliati di ogni ruolo decisionale), alle politiche di sviluppo e alla quota di Gruppo relativa al Premio aziendale.

“Ora entreremo nel merito della discussione” continua il segretario generale Zanchi. “Per la FISAC-CGIL di Bergamo le questioni, parimenti importanti, vanno affrontate a partire dalla certezza che non è più possibile intervenire per ridurre gli effetti della evidente crisi con il taglio dei costi, in particolare sul personale. Anzi, è necessario che l’azienda si presenti con una seria proposta di sviluppo commerciale che faccia intravedere ‘l’uscita dal tunnel’ e che la linea di sviluppo si snodi in un clima di riconquistata fiducia tra vertice e lavoratori. Il tutto al riparo da asfissianti (a volte demenziali) pressioni commerciali che ledono non solo il benessere lavorativo ma a volte la stessa dignità dei dipendenti. Il percorso di confronto può trovare il suo buon inizio anche attraverso il giusto riconoscimento economico rivendicato durante l’estate”.

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