Costituito anche il Brianza il Comitato promotore per l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili, la salvaguardia del clima e contro il nucleare.

Continua la raccolta firme a sostegno del progetto di legge d’iniziativa popolare “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. Legambiente insieme alle principali associazioni ambientaliste, forze sindacali e politiche, personalità del mondo della scienza e della cultura promuove che la raccolta firme “Dobbiamo invertire la rotta che sta portando l’Italia fuori dall’Europa”
Un progetto di legge d’iniziativa popolare per promuovere l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e impedire il ritorno del nucleare in Italia. E’ ciò che Legambiente propone insieme alle altre principali associazioni ambientaliste con le quali ha costituito un Comitato nazionale di cui fanno parte anche importanti forze sindacali, organizzazioni della società civile e personalità del mondo della scienza e della cultura. Anche in Brianza si è costituito un Comitato promotore al quale hanno sinora aderito i Circoli locali di Legambiente, la CGIL camera del Lavoro di Monza e Brianza e i Circoli dei giovani del PD.
Secondo il Comitato, il Governo non sta facendo abbastanza per contrastare i cambiamenti climatici e perseguire gli obiettivi europei di riduzione dei gas a effetto serrache vincolano gli stati membri a ridurre, entro il 2020, le emissioni climalteranti del 20% realizzando, entro la stessa scadenza, un aumento sempre del 20% sia dell’efficienza energetica sia dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili. Anzi, le mancate risposte del Governo italiano nascondono una diversa strategia rispetto all’Europa e al suo pacchetto clima che affida la riduzione delle emissioni e la diversificazione dal petrolio all’avventura nucleare, cioè a una fonte non rinnovabile, che non ha risolto i problemi delle scorie radioattive e della sicurezza, che diminuirebbe le emissioni solo per una quota modesta della produzione di elettricità, e solo dopo il completamento delle centrali, ben oltre il 2020, data entro la quale gli altri paesi Europei avranno già ridotto le loro emissioni del 20% ed oltre. Inoltre, l’attuale impianto normativo italiano non consente all’Italia di realizzare gli obiettivi assegnati dal pacchetto clima Ue, né sono state presentate proposte di recepimento della direttiva europea sulle fonti rinnovabili

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