FUNZIONE PUBBLICA CGIL LOMBARDIA

LETTERA APERTA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI PRECARI DEL MINISTERO DELL’INTERNO AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA E AI PRESIDENTI DELLE PROVINCE LOMBARDE

L’Assemblea Regionale delle lavoratrici e dei lavoratori precari/e del Ministero dell’Interno, che si è tenuta ieri, mercoledì 28 luglio, in Prefettura a Milano, ha inviato una lettera aperta nella quale si sottopone all’attenzione del Presidente della Regione Lombardia e dei Presidenti delle Province lombarde la condizione contrattuale - che terminerà alla fine di quest’anno, dopo otto anni di impiego presso gli Uffici Immigrazione di tutta Italia, prima come lavoratori interinali poi, in seguito a concorso, come impiegati statali - dei circa 200 lavoratori a tempo determinato e somministrati dalle agenzie interinali.

“Ad oggi, nonostante il lungo percorso al servizio dell’Immigrazione, tanto che ci si è visti rinominare come gli sportellisti del Viminale, probabilmente anche a causa della manovra finanziaria del Governo, non pare esservi alcuna speranza di vedere stabilizzato il rapporto di lavoro- si dice nella lettera aperta.

Dal 1° gennaio prossimo, pertanto, gli uffici rischiano una chiusura o quantomeno un collasso.

Fino ad oggi il Governo ha affrontato la questione dell’Immigrazione, ormai strutturale in Italia, con misure emergenziali ricorrendo a forme di lavoro precario che rendono il servizio anch’esso precario.

L’eventuale paralisi degli uffici, oltre che produrre un danno economico e di immagine incalcolabile (ricordiamo che gli immigrati pagano per le prestazioni loro fornite 72,50 euro per ogni singola pratica), potrebbe presentare un grave problema di ordine pubblico dal momento che i numerosi incarichi che ora sono ricoperti dai lavoratori precari in tutti gli Uffici Immigrazione delle Questure e presso gli Sportelli Unici delle Prefetture di tutta Italia, dovranno essere colmati da agenti di polizia, richiamati dal lavoro sul territorio per diventare impiegati e svolgere mansioni d’ufficio. Ma di quale sicurezza si parla? Si chiedono ancora le lavoratrici e i lavoratori.

L’Immigrazione è da sempre un tema che sposta il consenso della gente e anche questo Governo ha basato la sua campagna elettorale sul binomio immigrazione/sicurezza, ed è francamente incomprensibile capire come potrà affrontare questa prerogativa se manda a casa il personale che ha visto nascere e ha contribuito a migliorare gli Sportelli Unici Dell’Immigrazione.

E’ vero, la crisi sta determinando un doveroso taglio della spesa pubblica, ma ricordiamo che chiudere servizi necessari, efficienti e che producono introiti economici è, proprio in un periodo di crisi, un vero paradosso; infine è importante considerare che la condizione di precarietà di questi lavoratori è iniziata ben prima della crisi

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